1. Come Cenerentola


    Data: 27/10/2020, Categorie: Tabù Autore: Raffaele014, Fonte: xHamster

    ... restarsene in città. Ora avevo il tempo di pensare a me alla mia igiene personale.
    
    La doccia l’avrei fatta una volta tornata dal mare non valeva la pena farla adesso. Tolsi la maglietta e le mutandine nuda mi sedetti sul bidet. Lavai a modo la passera.
    
    Dopo essermi lavata, indossai le mutandine del costume non trovavo il reggiseno. A seno nudo iniziai a cercarlo.
    
    «E’questo che cerchi Alba?» la voce mi giunse alle spalle era quella di mio cugino Stefano mi girai coprendomi con le braccia il seno. Aveva tra le dita il mio reggipetto che faceva oscillare sotto i miei occhi. Divenni rossa in viso.
    
    Avevo una gran voglia di prenderlo a botte cosa che il mio carattere remissivo, mi proibiva di fare. Lo supplicai dicendogli di ridarmi il reggiseno.
    
    «Ok, te lo do, però a due condizioni devi mostrarmi le tette e guardarmi mentre mi masturbo.» ” secchiello di merda prepotente e viziato”. Pensai tra me.
    
    «Allora?» gli avrei tolto quel riso maligno con un bel cazzotto se solo ne fossi stata capace.
    
    «Mi vergogno» dissi abbassando lo sguardo. «Che sarà mai? In spiaggia tutte le donne mostrano il loro seno senza alcun problema.» Tra la spiaggia e la casa c’era una gran differenza. Feci quello che mi aveva chiesto scoprì il seno. Le mie gambe iniziarono a tremare il viso prese fuoco Stefano, si abbassò il costume, il suo cazzo era già in tiro lo impugnò con la mano destra iniziò a masturbarsi.
    
    «Guardami!» disse con voce roca. Lo fissavo. Venne presto fiottando sul ...
    ... pavimento mi lanciò il reggiseno e, andò via. Pulì con lo straccio.
    
    Quando andai in spiaggia, i miei zii erano sdraiati sui lettini mentre i tre figli un po’ in disparte, parlavano tra loro. Carmine e Silvio ridevano spingevano Stefano di certo stava raccontando quello che era successo. Lo presero come un sacco di patate e si diressero verso il mare lo buttarono nell’acqua. Ero triste – seccata – avvilita, non dovevo cedere a quel ricatto maledetta timidezza. Mi distesi sull’asciugamano: chiusi gli occhi. «Merda!» fui investita da tre secchiate d’acqua in rapida successione i tre stronzi erano lì se la ridevano. Anche i miei zii ridevano alla bravata dei loro figli.
    
    Con rammarico dovetti convenire che ero sola non facevo parte della famiglia mi usavano a loro piacimento. «Che sarà mai un po’ d’acqua dai Alba prendila con filosofia i ragazzi hanno scherzato» disse quella stronza di zia sporgendo la testa da
    
    una rivista di “gossip” che aveva tra le mani. Andai a fare il bagno.
    
    I miei zii, con altre tre coppie organizzarono una gita in barca la mattina uscirono presto sarebbero tornati nel tardo pomeriggio rimasi con le tre pesti. L’arpia si raccomandò dicendomi di fare da mangiare di stare attenta ai suoi amati “figlioletti”.
    
    Li avrei strozzati volentieri.
    
    Erano le sette di mattina; i tre dormivano ancora andai sul terrazzino. Il sole era tiepido e dal mare arrivava una brezza leggera molto piacevole sulla spiaggia, già c’era qualche ombrellone aperto si spensero i ...