1. LAURETTA cap. 5 Una proposta inaccettabile


    Data: 20/10/2020, Categorie: Etero Lesbo Autore: karinalisa, Fonte: RaccontiMilu

    ... già narrato mille volte, un atto senza il quale per me è impensabile fare all’amore. Prima di essere scopata voglio sentire che l’uomo e mio, possederlo, sapere che sono padrona della sua virilità, del suo piacere e il modo migliore è prendere in bocca il suo cazzo, scorrere su di esso, assaporarlo, plasmare i suoi testicoli, contarli e contarli ancora, prenderli in bocca come caramelle . . .
    
    Gianni mi prese in parola, immaginò, ma immaginò ad alta voce me e la piccola porcella intenti a darci piacere, il suo immaginare era talmente realistico che mi contagiò inducendomi a stimolare ulteriormente la sua immaginazione facendo scorrere in modo appassionato e voluttuoso le labbra lungo il suo cazzo, cazzo che per me non ha uguali al mondo, ma poi la suo mente andò oltre quello che avevo detto.
    
    Disse di come lui immaginava di sorprenderci allacciate e nude, di come lui si denudava per unirsi a me nel colmare di piacere la ragazzina, offrendole quello che bramava e di cui lo strapon che andava nella sua giovane fica era solo un surrogato.
    
    Avrei voluto dirgli di smettere ma in bocca avevo il suo cazzo, quel cazzo che il mio uomo diceva di voler donare alla porcella, e anch’io mi sorpresi ad immaginare vedendo come dal di fuori le nostre nudità allacciate in un trio affascinante e osceno dove facevamo a gara nel baciare, nel leccare, nel penetrare il giovane corpo che si contorceva offrendosi fra mille sospiri e gemiti.
    
    “Prendi piccola troia prendi, prendi. . .” Il cazzo ...
    ... sul quale scorrevo si fece più rigido, la cappella più gonfia. . . Gianni si fermò, si tese e con lunghi rantoli scaricò nella mia bocca getti copiosi che la riempirono colando lungo la verga sussultante, inseguita dalle mie labbra che non l’abbandonarono finché il suo piacere non ebbe termine.
    
    Mi sollevai guardandolo piena di vergogna, non per il bocchino; in fatto di sesso non mi vergogno mai di quello che faccio o che permetto mi si faccia, ma piuttosto per quello che avevo immaginato così realisticamente e che anche Gianni aveva immaginato a giudicare dalla sua esclamazione. Lo sperma che avevo trangugiato e di cui era pregna la mia bocca era destinato a Lauretta come se fosse stata lei a provocarlo e in realtà era stato così.
    
    Il mio uomo rosso in viso distolse lo sguardo; avvicinai le labbra al suo orecchio: “Scordatela, non avverrà mai, puoi solo continuare ad immaginarlo.” sibilai. Lui mi guardò, “Si? Pensaci e vedrai che per la piccola è la cosa migliore.” fu la sua risposta.
    
    Nei giorni seguenti ci pensai adducendo mille ragioni per convincermi che non poteva essere. Sarebbe stato troppo coinvolgere Gianni in questa mia depravazione, se fin’ora nulla era trapelato nel paese era perché il mio uomo era stato sempre assente, la gente vedeva il furgone partire e tornare la sera, quindi le visite della ragazza non potevano destare sospetti; ma se i paesani avessero capito, vedendo il furgone nel cortile, che la ragazzina veniva in casa e ci rimaneva mentre Gianni ...