1. Giovanna


    Data: 18/10/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... perfettamente da un grande artista con gambe da scultura greca, alte e sode, sormontate da due fianchi altrettanto statuari, segnati da una vita sottile ed elegante; le natiche, dure e compatte, piantate solidamente in cima al culo, erano al tempo stesso morbide e carezzevoli, dolci da baciare e da leccare: nella piega perfettamente segnata al loro centro, l’ano delicato ma non piccolo era stato già oggetto di ampi trattamenti di un precedente fidanzato che, oltre ad insegnarle masturbazione, fellatio, spagnole ed altro, aveva provveduto anche ad aprirle vulva e deretano: ma penetrarlo e montarlo era un gusto comunque inarrivabile, specialmente se la penetrazione era accompagnata dalla stretta delle tette bellissime e piene che si ergevano superbe dal petto e dallo strofinio dei capezzoli grossi e morbidi come fragoloni.
    
    Linda, la professoressa, preferiva ospitarmi a casa sua, un piccolo appartamento in un edificio storico del centro, che metteva perfino soggezione per i decori e gli affreschi, ma anche per l’arredo che vi era stato coordinato e che faceva leva su un letto rotondo con lenzuola nere di seta e una coperta di pelle naturale anch’essa nera: copulare con una intellettuale autentica - colta e intelligente come lei era effettivamente - mi dava ancora più piacere del suo sedere non piccolo, ma che accoglieva il mio ventre con un senso quasi materno che mi scioglieva ogni volta che la montavo a pecorina. Il seno era piccolo, ma delicato e soprattutto dotato di due ...
    ... capezzoli che erano un miracolo di perfezione, adatti a succhiare, mordere e leccare all’infinito.
    
    Per lei fu una sofferenza prenderlo nel didietro, perché aveva un ano molto stretto ed emorroidi molto sensibili.
    
    Ma lo accettò con dolorosa gioia e ne fui felice.
    
    A Giovanna la presenza delle due dava molto fastidio: e non lo nascondeva.
    
    Con Linda ebbe vita facile, perché, da brava intellettuale, era già una frequentatrice della libreria e spesso si scambiavano opinioni e battute: bastò che un paio di volte lasciasse trapelare che eravamo una coppia inossidabile e che le ‘avventurette’ mie erano solo episodi che si dimenticavano, perché Linda chiarisse immediatamente che non aveva nessuna intenzione di stabilire un rapporto impegnativo e che le bastava qualche incontro di buona qualità.
    
    Tornarono ad essere grandi amiche ed anzi mi fecero spesso oggetto dei loro pettegolezzi, dai quali puntualmente Giovanna ci teneva a far risultare la mia fragilità, il mio bisogno di essere accudito come un bambino o come un malato terminale.
    
    Questa convinzione diramata in giro come verità assoluta, poneva lei sul piedistallo della santa che meritava tutto il bene per come pazientemente sopportava un bambino capriccioso e cresciuto male; e, al tempo stesso, mi additava come la disgrazia capitata addosso alla poveretta che se ne era fatta carico.
    
    Non ho mai cercato di obiettare: ed è stato un grandissimo errore.
    
    Con Elena non ci fu neanche bisogno di parlare: considerata ...
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