1. Prova di forza


    Data: 14/10/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Lesbo Autore: Giovanna, Fonte: RaccontiMilu

    ... di giri.
    
    Intanto, come avevo giustamente intuito, il locale si affollava man mano che la sera lasciava il posto alla notte.
    
    Molti dei nuovi arrivati, però, avevano espressioni più determinate, facce più decise, qualcuno dava l’impressione di non essere veramente il ritratto dell’onestà.
    
    Ci spostammo di nuovo e cercammo un tavolino; per fortuna ne trovammo uno ancora vuoto, mentre sul palco, davanti al quadrato, un trans bellissimo, seminudo, il cui pene era coperto solo da un piccola conchiglia, iniziò a cantare in tedesco una canzone molto ritmata.
    
    I suoi seni rifatti, invece, erano completamente esposti, sotto un bolerino di tulle nero e trasparente. Se fossero state tette naturali, non avrei potuto che invidiarle con tutta me stessa.
    
    Era passata mezzanotte, l’animazione era alle stelle, ogni tanto tra la musica rock ci si accorgeva dello scoppio di qualche alterco, piccole risse senza conseguenze ma che mi misero una certa agitazione.
    
    Lo dissi a Nunzio, che mi calmò con una semplice osservazione:
    
    – Tesoro, hai fiducia in me? – disse con lo sguardo più ingenuo del mondo – Ti metterei mai in pericolo? Guarda, segui attentamente le mie istruzioni … – e mi prese per le spalle, facendomi girare in direzione di ciò che dovevo osservare.
    
    – Ecco, vedi quei due ragazzoni a destra del palco, nella zona dei bagni? – l’ispezione continuò – E quello, vicino alla porta, con la giacca a strisce? E ce ne sono ancora… sono tutti buttafuori. E’ l’atmosfera del ...
    ... locale. Ma non temere, nessuno entra armato, niente coltelli. E’ uno stile. Come una serata a tema. Poi se qualcuno vuole misurarsi, si può recare su quel quadrato e risolvere la questione, dando anche spettacolo. Ma nessuno si fa male, tranquilla. –
    
    “Sarà” pensai tra me e me, ma le facce da galera che erano arrivate negli ultimi minuti, mi rendevano un po’ perplessa.
    
    Nunzio mi disse cha sarebbe andato a prendere da bere. Mi lamentai: perché non chiedere ad una cameriera? Ma lui si era già perduto nella calca.
    
    Pochi minuti dopo, tre ragazze, che sembravano sul brillo, sedettero al nostro tavolo, senza nemmeno chiedere permesso.
    
    Una, grossa e puzzolente di sudore, si mise proprio al mio fianco, al posto dove era seduto Nunzio.
    
    Mi diede solo una brevissima occhiata, quasi disgustata, poi mi lasciò perdere. Non me la sentii di protestare, anche perché non conoscevo una parola della loro lingua complicata.
    
    “Andiamo bene”, pensai tra me.
    
    Una delle due ragazze sedute di fronte mi guardò, come se si accorgesse solo allora della mia esistenza.
    
    Smise di parlottare sguaiatamente con le sue amiche e si rivolse a me:
    
    – Si può sapere cosa tu hai da guardare? –
    
    Io sussultai. La ragazza parlava italiano, come lo parlano le badanti: aveva capito subito da dove venivo.
    
    – Ah, bene, lei parla italiano. – risposi – volevo solo dire che il posto, questo al mio fianco, è occupato dal mio ragazzo … è solo andato via, un attimo. – Fui contenta di poterle avvisare che ero ...
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