1. La stanza


    Data: 12/10/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Lesbo Autore: _saffolina_, Fonte: RaccontiMilu

    ... leggerlo lei?”
    
    “No no, ci mancherebbe la mia era semplice curiosità”. A questo punto chiuse il libro e mi guardò negli occhi con uno sguardo duro e profondo, poi mi disse: “ma lei che cosa cerca?” una voce profonda come non avevo sentito prima.
    
    “Cosa cerco?” iniziai col dire ma non finii la frase, lo guardai dritto nei suoi occhi profondi e gli chiesi di seguirmi lui si alzò e mi seguì verso la zona finale della carrozza, dove sono i bagni e le porte di comunicazione, sapevo che in quel momento tutti nella carrozza ci guardavano ma non mi importava, se dovevo fare una mossa volevo che questa comunque avrebbe portato un vantaggio a me, tutti quelli che avevano sentito quel “ma lei cosa cerca” avrebbero capito, era come se tutti in quella carrozza l’avessero pronunciato, bene ora tutti avrebbero capito, anche la spia.
    
    Lo portai vicino alla zona bagagli, complice un piccolo scossone del treno, che tra l’altro non ne faceva affatto, lo spinsi contro la parete addossandomi un poco a lui poi sempre guardandolo in volto ma con un viso più dolce e meno duro gli dissi: “Sai che lavoro vado a fare a Milano? La zoccola ma non a pagamento, per piacere personale, mio e di altre persone”.
    
    Con quella frase l’avevo spiazzato, non sapeva che dire se avesse pensato che io fossi un’ingenua ecco ora sapeva che non lo ero affatto, quindi visto che non replicava lo incalzai: “ora se ti va di approfittarne per me va bene anche perché a me ora va di farlo e stai attento con me perché io ...
    ... lo farei anche qui, altrimenti ci mettiamo di là nella toilette” lui mi guardò come inebetito poi mi disse che andava bene nella toilette e così lo spinsi dentro.
    
    Il locale era angusto ma riuscii a chiudere la porta, mi accucciai davanti a lui e gli tirai giù la zip, poi lo misi a sedere sul vater e iniziai un pompino su quel cazzo barzotto, volevo proprio vedere se riuscivo a resuscitare l’uccello di un sessant’enne.
    
    Succhiavo la punta tenendo in bocca la cappella mentre con le unghie continuavo a massaggiarne l’asta morbida, ogni tanto giocavo con i coglioni massaggiandoli teneramente o stringendoli piano, in quei momenti lo sentivo ansimare, si vede che gli piaceva; stringevo le labbra o lo prendevo con i denti, sentivo di fare effetto infatti l’asta cominciava a indurirsi e allora iniziai a segarlo.
    
    Mi sputavo sulle mani e segavo quel cazzo che in gioventù doveva essere stato un bell’arnese e ora che si avvicinava al triste cancello in fondo al viale delle vanità aveva ancora qualche cosa da dire.
    
    Succhiavo la punta e poi ingoiavo l’asta che non essendo molto lunga riuscivo a tenerla tutta in bocca, poi riprendevo il mio gioco con le mani e la bocca sulla cappella, tempo cinque minuti e mi inondò la bocca di caldo sperma, era venuto ansimando di piacere, mi teneva la testa teneramente, mai mi aveva spinto con le mani, un signore che sapeva il fatto suo anche in fatto di sesso.
    
    Io inghiottii lo sperma, mi sembrava giusto e doveroso a quel punto, mi rialzai e ...