1. La stanza


    Data: 12/10/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Lesbo Autore: _saffolina_, Fonte: RaccontiMilu

    ... una parola che non arrivò.
    
    Arrivò di nuovo il capotreno e chiesi quanto mancava a Mestre e se eravamo in tempo con la coincidenza per Milano, non so perché lo feci, avevo guardato l’ora e per una volta almeno Trenitalia era addirittura in anticipo, forse stavo entrando nella parte e implicitamente feci sapere ai due uomini dove ero diretta.
    
    Comunque l’ovvia risposta mi fece sapere che eravamo in perfetto orario e che il Frecciabianca si trovava sulla stessa banchina dove saremmo giunti noi, in pratica mi bastava scendere dal treno e salire sull’altro. Cacchio, efficienza svizzera.
    
    Oramai l’anziano signore sapeva dove ero diretta e mi aspettavo una parola di circostanza infatti mi chiese se andavo a trovare un parente; ma porca paletta ma tutti a me mi devono capitare? No vado per affari, dopotutto non era del tutto falso, mi stavo proponendo come schiava bagascia e quindi ci stava, solo al tipo non gliel’avrei detto in questi termini, gli dissi solo che l’indomani avrei iniziato un nuovo lavoro.
    
    “Quindi questa sera sarà sola in albergo” mi disse, io dissi che mi avrebbero aspetttato in stazione, alché lui replicò con una sola parola: “peccato”.
    
    Volevo continuare perché la discussione stava piano piano andando a parare su temi interessanti ma stavamo anche entrando in stazione così mi alzai per prepararmi a scendere ma visto che non avevo bagaglio indugiai ancora un poco, lui notato che aspettavo ad alzarmi mi disse solo che faceva il viaggio per Milano e che ...
    ... gli avrebbe fatto piacere qualcuno con cui parlare quindi mi disse il suo posto: “carrozza 5 posto 12”, cavoli pensai, e dissi che si trovava seduto di fronte a me quindi avremmo potutto parlare ancora a lungo.
    
    A quel punto col ghiaccio rotto decisi di aiutarlo a prendere il suo bagaglio e scendemmo insieme dal regionale, lui davanti e io dietro in modo da fargli sempre ammirare le mie gambe, poi ci dirigemmo verso l’altro treno, sembravamo il nonno con la sua nipotina e la cosa mi imbarazzava un poco, avevo sperato in qualche cosa di diverso da questo viaggio, una specie di inizziazione alla nuova vita invece si stava prefigurando di una noia a dir poco noiosa.
    
    Ci sedemmo ai nostri posti, uno di fronte all’altra, lui lato finestrino io lato corridoio, capivo che la mia posizione era stata scelta ad arte, non avevo privacy, se mi mettevo come dovevo mettermi dalla fila chiunque poteva vedere le mie mutandine e comunque a quel punto non mi importava inoltre un po’ di sano esibizionismo forse avrebbe tolto un po’ di noia a questo viaggio insulso.
    
    Mi sedetti alzando la gonna, allargai un poco le gambe come avevo imparato a fare davantio allo specchio sicura che chiunque delle persone che stavano entrando in carrozza avrebbero notato il bianco delle mie mutandine.
    
    Sentivo il ruvido della stoffa del sedile sulle chiappe e pensai che dopotutto era un peccato non indossare un perizoma ma pazienza, feci buon viso alla sorte e ripresi a parlare col signore anziano, seppi che ...
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