1. Amico del cuore


    Data: 16/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: rococo, Fonte: RaccontiMilu

    Capitolo 1
    
    E’ proprio vero che l’esperienza magica, che usiamo chiamare ‘la prima volta’, ha una forza di suggestione emotiva ch la rende indelebile. Non si spiegherebbe altrimenti perchè, ora che sono giunto nella stagione dell’autunno della vita, mi capiti di emozionarmi ancora tanto nel rimembrare i tempi della mia educazione alla sessualità, i turbamenti dell’adolescenza, le mie prime esperienze. Ricordi lontani, tutti legati ad una figura e ad un nome, Nico, mio compagno di scuola dalle elementari all’università.
    
    Ricordo piuttosto bene le mie inibizioni fanciullesche, dovute ad una educazione alquanto puritana, e l’assenza totale di un qualsiasi contatto con ragazzine. Ricordo che il cazzetto cominciava a tirarmi, ma che mi eccitavo sui culi prominenti e i seni traboccanti di donne mature: mia zia Anna, la signora Luisa, Carmela la vicina di casa, e qualche altra bella gnoccona del quartiere. Avevo cominciato a farmi le mie prime seghe, prendendo ad oggetto una di quelle donne, e adoperavo il mio fazzoletto come preservativo. Lo avvolgevo intorno al cazzo e, quando venivo, il seme si espandeva e veniva assorbito dentro quell’involucro, salvando le mutandine o le lenzuola del letto.
    
    Nico era il mio compagno di banco ed era un ragazzo timido come me, educato, premuroso, mai una parolaccia, con una carnagione candida e tenera. Con lui ci confidavamo su tutto, ma con il sesso eravamo entrambi alquanto imbranati. I nostri compagni erano sboccati e spregiudicati, si ...
    ... masturbavano collettivamente e davano la caccia alle ragazzine. Tutti avevano da raccontare e vantare episodi di sessualità quasi matura. Noi due ci tenevamo alla larga dalla loro per non essere oggetto del loro scherno: ai loro occhi eravamo ancora bambinelli impauriti e incapaci di trattare con le donne, ed in effetti noi stessi soffrivamo quel complesso.
    
    Stavamo a disagio con i compagni di scuola; solo quando ci ritrovavamo da soli ci sentivamo davvero bene, liberi di confidarci le debolezze, le fantasie proibite, e poi, piano piano, di sfogare insieme i primi bollori. E’ così che abbiamo cominciato a masturbarci insieme, con tanto pudore e rispetto, senza parlarne né durante né dopo. E poi abbiamo anche provato l’ebbrezza di accarezzarci, di sfregarci i cazzi l’un l’altro, eiaculando sbadatamente dentro i pantaloni.
    
    La consuetudine prodotta dallo stare sempre insieme dalle elementari alle medie, e poi al liceo, trovava comunque il limite invalicabile nell’inibizione che ci possedeva e che ci ha sempre impedito di andare oltre. Anche se una incipiente forma di attrazione sotto pelle per la dolce disponibilità di Nico, per la sua carne bianca e morbida, quasi muliebre, del suo corpo, aveva fatto capolino in più di una circostanza. Ricordo distintamente i due-tre giorni che passammo
    
    in un collegio di preti, dove noi, giovani dell’Azione Cattolica, eravamo ospiti per un ritiro spirituale (si chiamavano così quei raduni) e dove, noi due eravamo, manco a dirlo, compagni ...
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