1. Una Notte D’inverno


    Data: 01/08/2020, Categorie: Etero Autore: Golem, Fonte: RaccontiMilu

    ... aveva avuto infatti proposte. Era una bella ragazza: alta, magra, consapevole del suo fascino e soprattutto del suo sedere, che stringeva sempre nei Jeans per risaltarne bene la forma. Quella sera per esempio, indossava si un maglione che la copriva bene, per ripararla dal freddo, ma anche dei Jeans a vita bassa che lasciavano intravvedere il suo intimo, azzurro, e le sue natiche invitanti. Inutile però, sarebbe stato farsi avanti. Ogni qualvolta qualcuno lo facesse, lei si tirava indietro, proclamando il suo amore per Alessio.
    
    Io non ci avevo mai nemmeno pensato, a provarci intendo, non solo perché sono sempre stato alieno al concetto di “provarci” ma anche perché sarebbe stato completamente inutile. Che senso aveva cadere nella rete di una tentatrice, pronta a sedurti, per poi rimanere a bocca asciutta quando lei, vigliaccamente, si tirava indietro?
    
    Alle due di notte tutti decisero di andare. Giada era nella fase triste della serata. Con la testa abbassata sul tavolo e con il suo bicchiere, ancora il primo, stretto in mano, fingeva una sbornia triste a cui non credeva nessuno. Assecondandola, dissi agli altri:
    
    “Ragazzi, voi andate, sveglio Giada e mi assicuro che possa guidare.”
    
    Sapevo, purtroppo, cosa mi aspettava. A Renato era successo già più di una volta che Giada restasse per ultima a casa sua e mi aveva raccontato che ci erano volute due ore per mandarla via. Due ore in cui si era lamentata ininterrottamente delle deficienze sessuali del suo rapporto. Mi ...
    ... rassegnai al fatto che, questa volta, era il mio turno.
    
    “Dai Giada.” Dissi già mentre chiudevo la porta “ Tirati su e datti una sistemata, è tardi!”
    
    Stranamente, al mio rientro in cucina, la trovai in piedi con una bottiglia di birra in mano.
    
    “E’ tardi? Ma no dai! E’ una bella serata! Festeggiamo!” Disse lei, ancora fingendo di essere in preda all’alcol.
    
    “No, per favore.” Risposi io mentre le sue braccia si appoggiavano al mio collo e lei iniziava a fingere di ballare con me. “Sono le due passate e sono stanchissimo!”
    
    La sceneggiata bambinesca andò avanti per qualche altro minuto. Era una cosa patetica, un modo infantile di farsi notare, di cercare di impietosirmi e di farmi dire qualcosa di incoraggiante, per poi martellarmi con le sue mille ansie.
    
    “Giada, basta!” Dissi finalmente, stappandole le mani dal mio collo per la centesima volta. “Adesso ti siedi, ti faccio un caffè, e poi ti accompagno a casa, ok?”
    
    Giada si sedette e per qualche secondo mi potei godere il silenzio, mentre preparavo la moka per fare il caffè.
    
    “Allora mi porti a casa?” le sentii chiedere.
    
    “Si.” Risposi io seccato. “se vuoi anche subito.”
    
    “Stasera non ho voglia di andare a casa.” Replicò lei. “Ho voglia di scopare!”
    
    Il caffè iniziava a salire.
    
    “Dici sempre così Giada… Oramai non ci crede nessuno.”
    
    Ci fu qualche attimo di silenzio, fatta eccezione per il caffè che gorgogliava nella moka. La mano di giada mi si posò sulla spalla.
    
    “portami a casa adesso.” Disse ...