1. Una Notte D’inverno


    Data: 01/08/2020, Categorie: Etero Autore: Golem, Fonte: RaccontiMilu

    ... lei, con un tono insolito.
    
    Mi girai e non credetti ai miei occhi.
    
    Giada era in piedi, davanti a me. Si era tolta i pantaloni, il maglione e la maglietta ed ora era rimasta vestita solo del suo intimo azzurro, minuto ed estremamente provocante e delle sue calzette a strisce, che erano state in bella mostra tutta la sera. Giada tolse la mano dalla mia spalla e me la mise tra le gambe, strusciandosi contro di me con il resto del suo corpo caldo e soffice.
    
    “Ah…” sussurrò “scopami dai…”
    
    Volevo dire qualcosa, ma le sue mani già mi privavano della camicia ed il suo volto, strusciandosi contro il mio petto, scendeva verso i miei Jeans che ella fece cadere al suolo con leggerezza ed eleganza. Prese a toccarmi e baciarmi attraverso il cotone dei boxer. Vedendomi indubbiamente eccitato lei prese confidenza e la sua voce, ruvida ma sensuale, si alzò, prendendo nuovamente ad usare quel suo vocabolario così colorato.
    
    “Adesso ci credi che ti scopo eh?” accusò ironicamente “Prima mi fotti la bocca, poi, la fica e poi il culo.”
    
    Abbassò i boxer con uno strattone e aprì la bocca, poi si fermò un attimo.
    
    “Vediamo se finalmente posso godere un po’?” disse massaggiandomi con la mano destra. “Dai, dimmi qualcosa. Sei diventato muto?”
    
    Mille parole mi attraversarono la testa, ma non dissi nulla. La mia mano destra le accarezzò il viso, la sinistra le si poggiò sul collo e la spinsi verso di me con tutto me stesso. Lei non resistette ma assaporò quanto avevo da offrirle con ...
    ... gratificata eccitazione. La sentivo mugugnare e le vidi le mani scivolare sotto le mutandine, appagandola ancor di più.
    
    Non potrei mai trovare le parole per descrivere la sua bravura, ella mi succhiava e leccava con morbida lussuria, boccheggiava e si spingeva fino in profondità, lasciandomi penetrare ogni antro di quella bocca così calda che avrebbe potuto sciogliere il polo. Dopo qualche minuto di intensa passione si lasciò rimbalzare il mio membro, ormai incontrollabile, contro le labbra e, leccandolo alla base, sfiorandomi con le mani i testicoli mi chiese, quasi implorando.
    
    “Scopami…”
    
    La feci alzare e con dura movenza le sfilai le mutande dai fianchi, lasciando che cadessero alle sue caviglie. Mentre lei le sfilava dai piedi, le infilai con lestezza la mano tra le gambe e presi a massaggiarle la vagina, avvolta da un piccolo torrente di piacere. Lei gemette e poggiò la testa alle mie spalle. Seppi in quel momento che era mia.
    
    La feci godere con le dita ancora un po’ e lei me ne fu grata abbastanza da darmi preavviso, con il suo solito vocabolario, di cosa stava per fare.
    
    “Adesso ti smonto!” mi disse con violenza nell’orecchio.
    
    Mi allontanò con le braccia e mi fece sdraiare sul grosso tavolo di legno, al centro della cucina, dove avevamo giocato a carte. Come una gazzella saltò sul mobile, in piedi, con le gambe aperte e i piedi, uno a destra ed uno a sinistra, all’altezza dei miei fianchi.
    
    “Dimmelo.”
    
    “Cosa?” Chiesi io.
    
    “Dimmi quanto vuoi la mia ...