1. Senza replica


    Data: 28/12/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... strade della città le trovai inspiegabilmente migliori di quanto m’aspettassi, certo era pur sempre una angusta città di provincia un po’ arretrata e superata, con pochi abitanti per passare inosservati, però la popolazione nativa del luogo al di là dei possibili pettegolezzi e della curiosità che poteva provare vedendo una faccia nuova, non sembrava badare né dedicarsi oltremodo alla mia presenza, se non per qualche sguardo lanciato di sbieco al mio passaggio.
    
    Io mi sentivo proprio come se mi trovassi in una terra straniera nella quale non conoscevo neanche la lingua, perché le scarse parole che mi era capitato di sentire risuonare nell’aria, erano pronunciate in realtà con un dialetto stretto per me incomprensibile, dal momento che questo non m’avrebbe aiutato molto in un eventuale tentativo d’apparire normale, eppure non aveva molta importanza, perché poteva anche rappresentare una valida giustificazione per il mio fallimento. Dopotutto non era male come città, in quanto trovavo affascinante l’architettura da borgo medievale, le strade strette, un po’ da senso di claustrofobia dove riecheggiava ogni passo, ogni più piccolo suono, rimbalzando lungo i muri delle case ammassate l’una sull’altra. Quel silenzio aveva un effetto estraniante su chi come me era abituato al continuo e all’indistinto brusio di sottofondo delle grandi città, perché qua cui ogni rumore si disperdeva come se fosse stato risucchiato assieme alle figure che vagavano nella folla distratta, tra i corpi ...
    ... che scivolavano schivandosi e scorrendo l’uno sull’altro, come dei piccoli punti che viaggiavano seguendo il tragitto di rette parallele che per quanto fossero vicine non si sarebbero mai incontrate.
    
    Il primo pomeriggio dopo il trasloco camminai talmente a lungo nel labirinto di quelle stradine da rischiare quasi di perdermi, finché non giunsi nei pressi d’una piccola libreria, ciò che in fondo cercavo fin dall’inizio. La porta era per metà rivestita con un pannello di legno, la parte alta invece era d’un vetro opaco, coperto da una tendina bianca arricciata, che sembrava volerla nascondere agli occhi importuni e indiscreti dal resto del mondo. L’ambiente che trovai all’interno era molto intimo, molto piccolo, con gli scaffali dei libri addossati alle pareti lasciando così uno spazio più ampio al centro del locale, mentre sistemato in un angolo intravidi perfino un divano. L’unico elemento che ricordava la natura di quello stanzone era il bancone con la cassa per battere i prezzi, per il resto sembrava più un soggiorno arredato con stile da qualche amante della lettura, più che una libreria. Una donna sui trentacinque anni d’età dai lunghi capelli biondi era impegnata nel sistemare alcuni libri sugli scaffali, era scalza e la lunga gonna celeste un po’ disordinata che indossava le solletica le caviglie mentre si sollevava sulle punte per raggiungere i ripiani più alti. Lei si voltò salutandomi con un sorriso quando notò la mia presenza, chiedendomi affabilmente di che cosa ...
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