1. Senza replica


    Data: 28/12/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    L’estate dei miei ventitré anni non cominciò nel migliore dei modi, tenuto conto che fui bruscamente sradicato dalla città in cui vivevo, ritrovandomi sennonché scaraventato dentro una più ridotta di provincia, in realtà poco più d’un borgo dove mi sembrò d’essere ritornato cinquant’anni indietro nel tempo. Gli scatoloni, invero, al centro della mia nuova camera ancora spoglia, sembravano diffondere riflettendo accuratamente e rispecchiando meticolosamente il mio stato d’animo di quel periodo, perché lì in quel preciso momento era sconsolatamente raccolto ciò che in realtà ero e che in modo afflitto captavo, accalcato tra gli oggetti che s’affollavano nel buio delle pareti di cartone, in quanto fuori c’era soltanto il vuoto compendioso, riassuntivo e ovattato di quella stanza.
    
    Io per mia personale indole non ero stato per nulla al mondo espansivo né socievole, visto che di frequente mi capitava di sentirmi persino fuori luogo tra la gente e di provare fastidio, impiccio e seccatura per quell’estraneità cui ero costretto, in quanto mi spingeva a cercare altri spazi più agevoli e confortevoli, forse era la mia timidezza, la modestia, chissà, qualcosa che però non ero in grado di decifrare né di spiegare, perché un senso di disaffezione, d’indifferenza e di noia a volte m’avvolgeva facendomi sentire lontano e staccato da tutto e da tutti, come tra le pareti imbottite d’un inconsueto e per di più strambo sogno. A dispetto di questa mia particolare attitudine alla solitudine, ...
    ... ero riuscito seppure a fatica e spesso mio malgrado a conquistare delle amicizie nella mia vecchia città, anche se forse erano più conoscenze e persone note, che vere e proprie alleanze, quel tanto che bastavano per apparire meno diverso dal solito agli occhi degli altri.
    
    Sovente, infatti, quella mia timidezza e quella mia apparente sensibilità, attirava l’attenzione di chi mi stava attorno, per il fatto che talmente in pochi notavano la mia assorta indolenza e la mia meditativa insofferenza, probabilmente era questo che faceva desiderare e ricercare la mia amicizia. Non c’era dubbio che fossi molto bravo a fingere, talmente abile e ingegnoso da riuscire a farlo senza neanche accorgermene, o magari erano gli altri che non sapevano guardare e fingevano a loro volta un interesse che in realtà non c’era e per questo non erano in grado di cogliere non comprendendo la mia vera natura. In fondo, a me non interessava poi molto la perdita di quelle amicizie a causa del trasloco, se non per quell’incomprensibile bisogno o di quell’indotta necessità spinta ad apparire normale, eppure ciò che davvero m’infastidiva era trovarmi in un posto sconosciuto privo delle mie vecchie abitudini, dei posti in cui rifugiarmi, giacché questo mi costringeva a crearne immancabilmente dei nuovi. Per fortuna adoravo leggere e scrivere e questo mi sarebbe stato d’aiuto come in passato, per rendere più accettabile e tutto sommato piacevole il mio volontario isolamento. Quando iniziai a girovagare tra le ...
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