1. Confessioni di una madre di paese


    Data: 04/07/2020, Categorie: Incesti Autore: InchiostroEMente, Fonte: EroticiRacconti

    ... andava per i campi e su per giù in un orario compreso fra le 5:10 e le 6:30 mio figlio riceveva il suo risveglio, condito da una sega e da una esplorazione orale che gli permettevo fra le mie gambe. Dopo anni tornavo a gemere come una ragazza: spasmi continui cagionati dalla bravura della sua lingua, dalla sua calma iniziale e foga finale. Il “buongiorno” nei mesi andava cambiando e per la fine della primavera si era tradotto in un “pre colazione”, spesso seduto lui sul tavolino della cucina ed io seduta sulla sedia, intenta a masturbargli il pene fra i miei seni. Da poco avevo scoperto, grazie a Giulio che mi informò di ciò, che quell'arte la chiamavano da tempo “spagnola”, almeno qua in Italia. Giulio la adorava, tanto da chiederla anche in vari momenti della giornata, spesso condita con dell'olio da cucina, anche se ciò non mi trovava propriamente in accordo con lui, visto lo spreco dell'olio stesso.
    
    Poco prima dei suoi attuali 23 anni, dalle quotidiane spagnole iniziai anche a dargli piacere, specialmente quando staccava da lavoro, facendogli dei pompini. Inizialmente molto titubante, poi il tutto fu in discesa ed anche ciò entrò nel quotidiano:
    
    spagnola al mattino prima della colazione. Poi la mattina i servizi di casa, l'andare alla posta, al Comune, in giro per faccende varie e così via la vita di una donna di casa. Il pranzo, spesso da sola, ed il dopo pranzo quando mio figlio staccava da lavoro che, venendo a casa, mangiava e si sdraiava sul letto con me che ...
    ... di solito lo facevo rilassare con una sega o pompino. Il suo ritornare poi al lavoro dopo un riposo. Se poi non aveva il turno di sera, spesso si prodigava nell'aiutarmi in casa od in giro come suddetto per compere. Un pompino e poi la cena con suo padre che intanto ritornava dalla campagna. La “buonanotte” poi era da poco entrata nel contesto giornaliero, aspettando che mio marito si addormentasse. Solitamente era una buonanotte fatta da un altro pompino. Indubbiamente fra tutte le mie “attenzioni” nei suoi riguardi, era ciò che preferiva.
    
    La festa del paese era da poco terminata. Mio marito naturalmente neppure aveva posto un complimento al mio vestito scuro ed al mio gloss rosso che ha suscitato i complimenti ed ammirazione di tutti, nonché qualche occhiataccia dalle immancabili comare di paese. Mi stava veramente bene, ma non era la prima volta che lo mettevo. Sia prima che dopo la festa avevo fatto con lo stesso dei pompini a Giulio con sua espressa richiesta di metterlo per farglieli. Uno glie lo feci anche in macchina, mentre andavamo a prendere mia sorella nel borgo di fronte al nostro.
    
    Quel giorno ne aveva veramente molta da buttar fuori.
    
    La litigata del dopo festa con mio marito mi aveva spinta a ritornare in casa mentre lui, tranquillo al bar con gli amici e la birra, se ne fregava di avermi offesa.
    
    Non so con quanta foga, ma mio figlio rimase stupefatto, cavalcai quella sera Giulio. La rabbia mi aveva resa una furia. Non una volta, ma tre volte quella ...