1. Confessioni di una madre di paese


    Data: 04/07/2020, Categorie: Incesti Autore: InchiostroEMente, Fonte: EroticiRacconti

    (racconto di pura fantasia)
    
    Com'è bello in estate quando il mio paese di collina è adorno dalle luci a festa. Per me, ora 50 enne, fin da piccola è sempre stato una gioia uscire per i vicoli e vedere tutto ciò. Per chi oramai è avvezzo ad una vita cittadina può sembrar niente, ma per me è tanto e sempre un piacere. Sì perché io, togliendo i paesi limitrofi, non sono mai andata oltre le colline che circondano il borgo dove vivo; massimo mi sono spinta nei borghi accanto al mio. La piazza, il campanile, il castello e la chiesa del mio borgo per me sono “casa”. Avete presente una classica donna mediterranea di paese: formosa ma non grassa, bensì robusta, non molto bassa e non molto alta e con un grande seno come d'immaginario popolare? Ecco, sono io. Sicuramente non una donna del XIX secolo che si trascura; casalinga sì, ma ci tengo all'eleganza; d'altronde in paese le voci girano su tutti e le occhiate lasciamo perdere, quindi meglio apparire bene che male.
    
    Sono una donna di 50 anni, sposata da ventiquattro e con un figlio di 23, Giulio. Ho studiato nella cittadina a pochi km dal borgo dove vivo, ma non ho continuato gli studi per migliorare il mio futuro, poiché sposai l'uomo sbagliato. Mio marito Anselmo lavora nei campi appena fuori le mura paesane, mentre mio figlio lavora in un ristorantino locale. Ha finito gli studi, ha fatto solo il liceo e non ne ha più voluto sapere di studiare. Avrei voluto il contrario, certo, ma sono una madre comprensiva e ...
    ... premurosa.
    
    Voglio la felicità per mio figlio, e se la sua felicità è lavorare e star tranquillo così nel suo paesino, alla fine ben venga. Non voglio sia costretto a far qualcosa che non sente di fare.
    
    Mio figlio e suo padre non vanno molto d'accordo, vuoi per i caratteri differenti: padre un po' all'antica e burbero che vorrebbe suo figlio nei campi come un secolo fa, non fa che accentuare questo loro distacco. Nonché il mio verso mio marito. Io cerco sempre di far da paciere e mi riesce bene, soprattutto con Giulio. Sì perché mio marito Anselmo , oltre a star tutto il giorno nei campi, non è tipo da attenzioni, al contrario del figlio, che, pur essendo mio figlio, da quando aveva 20 anni non è avaro di apprezzamenti nei miei confronti. I primi tempi il tutto era sullo scherzo: ringraziavo, sorridevo, ci scherzavo su fino a che gli apprezzamenti divennero seri qualche tempo dopo. Ringraziavo allora con una punta di imbarazzo e con dentro i miei pensieri un punto interrogativo, soprattutto perché il novanta per cento degli apprezzamenti erano rivolti alla mia settima di seno che, grazie al reggiseno che ho sempre portato in vita mia, ancora stanno su. Non certo come una volta ma non sono da buttare.
    
    Attenzioni di un figlio, premure su sua madre ben lungi da quel calore che suo marito doveva darle.
    
    Risa, scherzi, complimenti e così via per un anno intero.
    
    Quando Giulio fece 21 anni i complimenti non furono solo verbali, ma anche manuali:
    
    “ti aiuto in cucina mamma?” chiedeva ...
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