1. 2. La dottoressa ,,,,Chi dice che le misure non contano?


    Data: 27/06/2020, Categorie: Etero Autore: MrGeorge, Fonte: RaccontiMilu

    Carla non &egrave stata certo l’unica donna più anziana con cui ho scopato e che ho sottomesso con il mio grosso cazzo.
    
    In realtà ripensadoci sono state davvero molte dai miei 17 ai miei 35 anni.
    
    La ‘carne giovane’ piace alle donne soprattutto quando &egrave dura ed abbondante’
    
    La storia con la mamma di Andrea &egrave stata però per me fondamentale: non solo perché era la donna adulta di cui mi ero invaghito da adolescente e per la quale mi sono masturbato ripetutamente e a lungo e non solo perché &egrave stata la prima donna con cui ho fatto sesso.
    
    Carla mi ha fatto capire il potere che il mio grosso cazzo mi avrebbe dato sulle donne e mi ha permesso di sperimentarlo su di lei. Di imparare a capire come potevo ‘sottomettere’ una donna al piacere del sesso e come il mio grosso cazzo potesse trasformare anche la donna più ‘fredda’ in una puttana.
    
    Esagero ‘ ma non troppo ‘ dicendo che devo a lei molti dei piaceri che mi sono preso nei 30 anni successivi.
    
    Dopo i primi mesi passati a scopare solo con Carla iniziai a ‘guardarmi in giro’.
    
    A scuola mi divertivo a provocare le compagne di classe, senza un reale interesse visto che mi sembravano poco più che bambine e con qualche compagno della squadra di calcio ho preso informazioni e fatto apprezzamenti pesanti sulla sorella maggiore.
    
    Poi conobbi Marta.
    
    Era la dottoressa a cui la squadra di calcio in cui giocavo ci aveva mandato per fare gli esami medici necessari per l’attività agonistica.
    
    38 anni, ...
    ... una fede al dito, lunghi capelli biondi e due occhi verdi davvero bellissimi anche se quello che incantava era il suo seno: una quarta piena che svettava ancora di più visto il suo corpo magro e in perfetta forma.
    
    La squadra ci indicò il suo studio fornendoci indirizzo e numero di telefono e dandoci una scadenza entro cui completare gli esami prescritti. Fissai l’appuntamento e mi recai da lei un tardo pomeriggio.
    
    Il primo approccio fu molto formale: dati, generalità, domande, malattie e cose così.
    
    Poi: ‘Vada di là e si spogli. Cominciamo con la radiografia al torace’
    
    Rimasi con gli slip ma nel camerino mentre mi spogliavo me lo massaggiai un po’ giusto per rinforzare l’erezione che la vista di quella donna mi aveva procurato.
    
    Oltretutto era anche vestita in modo elegante e al tempo stesso provocante: una camicetta bianca sbottonata sotto cui si intravedeva il reggiseno bianco, una gonna blu poco sopra il ginocchio, stretta e dritta, senza calze vista la stagione estiva a coprire le sue gambe abbronzate e un paio di scarpe con un tacco appena accennato. Il tutto sotto al camice bianco da medico portato completamente slacciato e con lo stetoscopio attorno al collo.
    
    Mi misi nella macchina per la radiografia in piedi rivolto verso di lei, nella stanza in forte penombra occupata solo dai rumori della macchina in azione e dalla sua voce che dava istruzioni.
    
    ‘Si giri su un fianco’ Così ‘bene fermo ‘perfetto’ Si giri ‘.’
    
    Chiusi gli occhi e mi lasciai guidare ...
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