1. Dacci dentro, Joe!


    Data: 18/06/2020, Categorie: Erotici Racconti Etero Sensazioni Autore: Joe_banana, Fonte: RaccontiMilu

    ... piedi e…Be’, niente. Ci limitammo a balzare in piedi. Qualsiasi tipo di zuffa sarebbe stata un territorio pressoché vergine per noi. E fare a botte con una ragazza era una novità senza precedenti. Catherine – o La ragazza Con Il Culo Che Aveva Spaccato Il Naso A Norm, come la conoscevo io – sembrava sbigottita. Osservandola con qualcosa di simile al timore reverenziale, scambiai la sua espressione per rimorso. Quando batté le mani e squittì deliziata, mi resi conto che in effetti si trattava d’orgoglio. Le sue amiche le si strinsero intorno, dandole pacche sulla spalla e lanciandoci occhiate piene di disprezzo. L’unico maschio del gruppo avanzò verso di me, presumibilmente perché ero il più piccolo, e mi piantò il dito indice nel petto.
    
    «Che cazzo sta succedendo?», chiese, sputacchiandomi in faccia. «Che cosa le hai fatto?».
    
    Era di una corporatura media, non era molto più grosso di me in effetti, ma non c’è dubbio che avrebbe potuto riempirmi di botte se solo avesse voluto. Posso dirlo con sicurezza perché praticamente chiunque poteva riempirmi di botte. La Ragazza Col Culo Che Aveva Rotto Il Naso A Norm avrebbe potuto farmi secco.
    
    «Non le ho fatto niente», protestai, assumendo la classica posa a braccia spalancate della serie “Chi? Io?”, che adottavano spesso i calciatori professionisti quando atterravano qualcuno assestandogli un calcio nella rotula. «Stavamo chiacchierando tranquillamente e lei ci ha aggredito!».
    
    Fu stupido da parte mia dire una cosa simile ...
    ... perché prestai il fianco a un contrattacco…
    
    «Stavate chiacchierando?!», ringhiò lei, ostentando un’espressione disgustata. «È così che lo chiamate? Portarsi a letto con l’inganno povere donne inermi e poi ridere alle loro spalle? Lo chiamate chiacchierare?».
    
    Le sue amiche, che evidentemente non avevano ascoltato la nostra conversazione, impallidirono.
    
    «Non l’ha ingannata!», urlò Stenie, come se servisse qualcosa. «Le ha detto che voleva scoparle via il cervello!».
    
    In quel momento comparve Leonard, borbottando qualcosa a proposito del fatto che dovevamo piantarla. In realtà non c’era niente da piantare, ma indietreggiammo tutti simbolicamente di un passo formando un piccolo cerchio. Nel frattempo Norm era riuscito a tirarsi su a fatica e fissava il soffitto lamentandosi a un volume quasi impercettibile di aver subito un’aggressione.
    
    «Fuori, tutti quanti», disse Leonard, con un tono che lasciava intendere che se avessimo voluto avremmo potuto farci un’ultima bevuta.
    
    Dato che eravamo tutti dell’idea di mettere fine all’incidente, nessuno protestò. La ragazza e il suo entourage si apprestarono ad andarsene e guardandoci in cagnesco si diressero verso la porta principale. Uscendo, resistettero alla tentazione di insultarci un altro po’, cosa che mi parve un buon segno. Nel locale c’era solo un’altra dozzina di persone che fino a quel momento erano rimaste col fiato sospeso. Quando si furono resi conto che non ci sarebbero stati guai seri, ne approfittarono per farsi ...