1. Ti fidi di me?


    Data: 15/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: DonnaCamaleonte, Fonte: RaccontiMilu

    ... eccitata. Mi sentivo come crisalide, pronta a divenire una meravigliosa farfalla. Mi sentivo proprio nel momento in cui viene bucato il bozzolo e si &egrave pronti a spiccare il volo. ‘Adesso voglio che cammini. E che vai verso il ristorante. Tocca la parete e torna indietro. Torna da me’. Il sangue mi pulsava nelle vene, sentivo le tempie scoppiare. Sarei stata vista, mi sarei sentita morire, sarei rimasta sotterrata dalla vergogna se qualcuno mi avesse vista in quel modo. Feci un respiro profondo, non potevo deludere il mio signore e mi incamminai. A testa alta, perché così il mio signore desidera che io fronteggi il mondo. Sentivo la brezza marina sfiorare tutto il mio corpo, la mia nudità. Mi sentivo riempita e con la testa vuota allo stesso tempo. Le mie gambe tremavano, ma io avevo una voglia pazzesca di fare quello che stavo facendo, come se una forza molto più grande di me si fosse impadronita di me. Camminavo, e più passi facevo, più mi sentivo forte e sicura.
    
    Toccai la parete esterna del ristorante e fui pronta a tornare indietro. A oggi, non ho mai saputo se qualcuno mi abbia vista oppure no. Se questo &egrave accaduto, spero siano rimasti con il dubbio di averlo sognato. Oppure no. Tornata dal mio signore, mi sentivo abbastanza sicura di avere fatto quanto lui mi aveva domandato, di meritare un premio per il coraggio dimostrato, ma lui non sembrava affatto in vena di concessioni. Mi passò, invece, la bottiglia dell’acqua, chiedendomi ancora di bere. E mandai ...
    ... giù. ‘adesso andiamo’, mi disse, e iniziò ad incamminarsi. Lanciai un’occhiata al pattino, per vedere dove fossero finiti i miei vestiti, ma non ce ne era traccia. Lo domandai al mio signore, ma lui non mi rispose. Pensava davvero che sarei tornata alla macchina completamente nuda?
    
    Si. Quella era la sua idea. Quello mi stava chiedendo. I miei vestiti li aveva lui, nello zaino che portava sulle spalle. Per riaverlo avrei quanto meno dovuto raggiungerlo: non avevo scelta, e così lo seguii. Ci stavamo pericolosamente avvicinando alla zona di luce, alla zona abitata: qualcuno mi avrebbe per forza visto e io ero terrorizzata. Non ero ancora così forte da poterlo sopportare. ‘Ti fidi di me?’ Mi disse. Quella era la domanda chiave. Quella alla quale per tutto il tempo avevo evitato di rispondere. Sapevo che da quella risposta sarebbe dipeso tutto il resto e che era quello il momento di decidere. Lo guardai negli occhi e lui guardò me come mai dimenticherò: ci stavamo dicendo tutto quello che era necessario dirsi in quel momento. ‘Ti fidi di me?’ disse ancora.
    
    Chiusi gli occhi. Respirai profondamente. E quando li riaprii non ero più la stessa persona di qualche istante prima. Avevo fatto un salto che mi avrebbe portato in luoghi sconosciuti. ‘Si, mio signore’. Era la prima volta che lo chiamavo in quel modo. Fu allora che prese lo zaino, lo aprì e mi consegnò il mio abito. Non l’intimo, che tenne per se. Non le scarpe, solo l’abito. Me lo fece indossare e mi condusse, a piedi ...
«1234...»