1. Ti fidi di me?


    Data: 15/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: DonnaCamaleonte, Fonte: RaccontiMilu

    ‘Con il mezzo di locomozione che hai, quanti chilometri puoi fare?’ Questa frase mi raggiunse come un fulmine a ciel sereno, nel bel mezzo di una calda giornata d’estate. ‘Posso andare dove voglio’, rispondo io, ‘basta saperlo con un po’ di anticipo’.
    
    Mi erano bastate quelle poche parole, dette con forza e decisione, a farmi scattare. Non avevo molto tempo a disposizione, e soprattutto non avevo assolutamente idea di dove sarei dovuta arrivare. E quanto tempo ci avrei impiegato. L’appuntamento era fissato per le 21.30, in un paese di mare vicino alla città. Ogni minuto di ritardo sarebbe stato severamente punito. Ero nel panico: il mio senso dell’orientamento era pari a zero e mi sarei dovuta affidare solo e soltanto al mio navigatore. Il mio signore mi aveva dato delle istruzioni precise: un abito scollato e leggero, tacchi molto alti, tutti gli oggetti che, durante il giorno, mi aveva detto di procurarmi: un libro particolare, un collare, un plug anale, una cintura, delle candele. Avevo messo tutti questi oggetti in una borsa e mi ero preparata alla velocità della luce. Tutto avrei voluto, tranne che fare tardi, tranne che perdermi per strada e iniziare con il piede sbagliato quella che, non lo sapevo ancora, sarebbe stata una delle serate più incredibili della mia vita.
    
    Non so esattamente come, ma riuscii ad arrivare praticamente puntuale all’appuntamento: il mio orologio segnava le 21.30 precise, mentre quello del mio signore le 21.33: era la sua parola che ...
    ... contava, non la mia, e avrei dovuto impararlo in fretta. Sembrava allegro, rilassato, incuriosito e forse anche un po’ emozionato. Ero nel suo ambiente, nel suo territorio, fra le cose e le persone che a lui erano familiari: questo pensiero mi riempiva di orgoglio e di eccitazione, ma mi faceva allo stesso tempo essere molto tesa. Ero terrorizzata dal fare un passo falso, dal farlo vergognare nell’avermi condotto in un luogo per lui pieno di significato e di ricordi.
    
    La cena trascorse lieve e serena, parlando del più e del meno, dopo avere incontrato anche un paio di suoi amici che, ne sono sicura, si stavano chiedendo chi io fossi. Per quanto avessi voluto sparire, mi rendevo conto che il mio vestito, tremendamente scollato e provocante, attirava molto l’attenzione: questi erano gli ordini, questo io stavo eseguendo. Sorridevo, cercavo di essere spigliata e sicura di me, ma non era per niente semplice e so che il mio signore se ne accorgeva, momento dopo momento. Finita la cena ci alzammo da tavola e il mio signore, avvicinando la sua bocca al mio orecchio, mi sussurrò: ‘dammi le chiavi della macchina’. Non avevo molta scelta e acconsentii. Non conoscevo affatto il luogo in cui mi trovavo e dovevo, per necessità, affidarmi a lui. Così presi dalla borsa le chiavi e, lasciandole tintinnare fra le mani, gliele lasciai scivolare fra le sue: il dado era tratto, e io gli appartenevo. Vederlo salire sulla mia macchina, prenderne possesso come fosse sua mi diede una scossa di adrenalina ...
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