1. Ti fidi di me?


    Data: 15/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: DonnaCamaleonte, Fonte: RaccontiMilu

    ... nudi, verso la macchina. Qualche cosa fra di noi era cambiata e lo sapevamo entrambi. Ci fermammo nuovamente dopo poco, questa volta davanti ad una casa. ‘Questa &egrave casa mia’, mi disse. ‘Fa piano, che i vicini dormono’. Non avevo idea di che ora fosse, né di cosa mi aspettava all’interno. Ma stavo entrando in un luogo che gli apparteneva intimamente, come fosse un santuario. Varcai la soglia e mi trovai in un salone buio. ‘Svuota lo zaino con tutto quello che c’&egrave dentro. Poi, mettiti in ginocchio al centro della sala e aspettami lì’. Eseguii silenziosamente e con cura tutti i suoi ordini e attesi secondi infiniti che lui tornasse. Sentii i suoi passi avvicinarsi a me, la sua mano fra i suoi capelli e il rumore di un accendino che veniva fatto scattare.
    
    Dopo avere acceso tutte le candele che avevo portato, si inginocchiò davanti a me e rimase lì per un tempo che a me parve infinito. Poi, sempre in silenzio, prese la prima di quattro candele e, con un gesto repentino, mi colò la cera bollente sulla spalla destra. Non potei resistere a quel dolore violento che avvertii sulla pelle e gridai. Ma mi resi subito conto che durava pochi istanti. E che il piacere che il mio corpo provava subito dopo era qualche cosa di inaspettato e perverso. Lo lesse negli occhi, continuando a disegnare sul mio corpo attraverso le candele. Mi fece sdraiare a terra e il contatto con il freddo del pavimento mi procurò un brivido e la pelle d’oca. Attraverso la luce della candela, potevo ...
    ... vedere i suoi occhi ardenti e brillanti, compiacersi della sua opera. Le sue dita mi sfioravano ovunque, accompagnando la cera nella sua danza astratta su di me. Lo desideravo, lo volevo ancora. E ancora. La cera calava sul seno, sui capezzoli, sul ventre, goccia a goccia, come un lento stillicidio. Era una sensazione di godimento di incredibile intensità e violenza. Godevo nel vederlo compiacersi dei suoi gesti. E mi sentivo una regina nell’essere il centro di tutte quelle attenzioni. ‘Bevi ancora’. Mi disse. E io obbedii, ma dentro di me sentii che non potevo ancora resistere a lungo senza dover chiedere di poter andare in bagno, anche perché non avevo idea di dove fosse.
    
    Lo vidi allontanarsi di qualche passo da me e prendere il collare che avevo scelto come tale: una catenina d’argento con delle sfere. Me lo mise attorno al collo, dicendomi che non lo avrei mai dovuto togliere, quando fossi stata in sua presenza. Disse che avevo fatto una bella scelta, e che scendeva bene fra i miei seni. Li guardò e li strinse forte strappandomi un gemito, più di piacere che di dolore. Lo vidi armeggiare con qualche cosa alle sue spalle e prese alcune mollette per i panni. Rigirandole fra le mani, le applicò sui miei capezzoli che divennero duri all’istante. Erano stretti, ritti per l’eccitazione e per la sollecitazione delle mollette. Poi mi chiese di stendermi a terra e di aprire le gambe. Già sapevo che lo stesso trattamento sarebbe toccato alle grandi labbra, ma ciò che fece mi ...
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