1. Villaggio di houer capitolo 1


    Data: 24/12/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    ... paffutello, rossastro e lentigginoso, buffo nel fisico, ma pacioso. Si era probabilmente abituato alle punizioni tanto che quando il maestro lo chiamava accanto a se sapeva già come sarebbe andata a finire e nell’avvicinarsi a lui guardava noi compagni con un sorriso ironicamente divertito o forse solo rassegnato. Voleva forse solo esorcizzare il dolore col suo atteggiamento spavaldo, ma le sue smorfie e le contorsioni di dolore al tonfo delle bacchettate sui palmi delle mani escludeva ogni finzione e ogni volontà di minimizzare. Poi il maestro chiamava Gloria, la ragazzina più odiosa del mondo, la perfetta la chiamavamo, e le ordinava di accompagnare Roman fino a casa, all’uscita della scuola, e di informare il padre dei cattivi comportamenti del figlio.
    
    Gloria riceveva il messaggio e, nonostante Roman la pregasse di lasciar perdere, c’era da giurarci che non avrebbe disatteso agli ordini del maestro, anzi avrebbe anche calcato la lingua sulle cosiddette malefatte di Roman inventandosi comportamenti ancora più rimarchevoli.
    
    Ricordo che noi ragazzini ci sistemavamo appena fuori lo steccato della casa dello stalliere per seguire gli avvenimenti.
    
    Appena arrivati alla porta, Roman chiamava suo padre:
    
    “Babbo, vieni fuori!”
    
    “Che c’è?”
    
    “Vieni fuori!”
    
    Lo stalliere si affacciava appena sull’uscio e ascoltava in silenzio il racconto ricco di particolari di Gloria.
    
    “Va bene - le rispondeva lo stalliere - Dì al maestro che non succederà più”.
    
    Appena la porta ...
    ... di quella casa si chiudeva, Gloria se ne ritornava ringalluzzita a casa sua, e noi aspettavamo di udire le urla vere di dolore di Roman che prendeva il resto delle botte dalle dirette mani del padre o con la frusta. Il viso dei miei compagni si coloriva del colore roseo del sadismo nell’attesa del sibilo della frusta e ad ogni urlo disperato di Roman lasciavano seguire le loro indecorose risate di piacere, ma io, benché volessi apparire complice e mi sforzavo di unire il mio riso al loro, nel mio cuore mi sentivo straziato non tanto per solidarietà nei confronti di Roman del quale pensavo che in fondo se le meritava quelle punizioni, tanto dal pensiero che un qualcosa di simile potesse capitare a me. È incomprensibile come si possa essere sadici a quella età e ridere delle disgrazie altrui.
    
    Il nostro villaggio era piccolo e la nostra scuola era costituita da una sola classe composta da tutti i ragazzini del villaggio, ognuno dei quali studiava in base alla propria età. Tra noi ragazzini c’era lo stesso atteggiamento distaccato, freddo, che contrassegnava il rapporto con i nostri genitori e con gli adulti e tra gli adulti in genere.
    
    Difficilmente due persone del villaggio, di qualsiasi sesso ed età, si lasciavano vedere una troppo vicina all’altra in modo confidenziale, a meno che non fossero marito e moglie. Ai figli i genitori davano, solo se indispensabile, la mano, ma per il resto si mantenevano le distanze. Così, anche tra noi ragazzini, si mantenevano le distanze e ...