1. Villaggio di houer capitolo 1


    Data: 24/12/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    ... muscoli rischi di spezzare l’ago.”
    
    ”Non voglio, fa male” ripetevo con il pianto dirompente e disperato, un po’ cercando di fuggire e un po’ cercando di obbedire mentre stringevo le chiappe a più non posso.
    
    Allora il dottor Mailer cominciava ad accarezzarmi il culetto e a massaggiarmi i glutei.
    
    “Rilassati, non ti preoccupare” mi diceva lui.
    
    “Obbedisci al dottore” mi intimava la mia signora madre con il suo solito tono autoritario.
    
    “Non si preoccupi, pastora, so io come fare” la rincuorava il dottore.
    
    Capii solo più tardi che forse il dottor Mailer indugiasse abbastanza nell’accarezzarmi il culetto cercando di rilassarmi, a volte sfiorandolo con la punta delle dita, a volte palpandolo a piene mani, minuti e minuti. A volte mi sfiorava l’interno tra le natiche con le dita e avvertivo un simpatico piacere e un po’ di solletico che veniva accompagnato da un sussulto di risa.
    
    “Visto come è bravo il dottor Mailer” sosteneva la mia signora madre stupidamente.
    
    Io guardavo dietro il mio povero culetto che sarebbe stato forato, ma lui diceva di guardare avanti e mi palpava e mi accarezzava.
    
    Ero ipnotizzato da quelle carezze, tanto che davvero mi rilassavo e anche il pianto mi dava tregua. Da questo punto di vista era davvero bravo il dottor Mailer, ci sapeva fare.
    
    Poi, all’improvviso il dottore infilzava l’ago. Era dolorosissimo lo stesso, soprattutto il medicinale. Mi sembrava che non finisse mai di iniettarmelo. Riscoppiavo a piangere, mentre tiravo i ...
    ... muscoli con lui che mi pregava di rimanere rilassato, ma come potevo rilassarmi?
    
    Dopo, cercava di consolarmi accarezzandomi di nuovo le natiche ancora per qualche minuto.
    
    “È passata!” mi diceva, ma io continuavo a piangere e a pregarlo di massaggiarmi ancora il sederino e lui non si faceva pregare e, se non fosse che aveva da lavorare, sarebbe rimasto ad accarezzarmi le natiche fino a quando il dolore non fosse passato.
    
    Il mio signor padre, il Pastore, informato degli avvenimenti, non tralasciava di biasimarmi per il mio atteggiamento da femminuccia. Forse aveva ragione, ma cosa potevo fare? Non sopportavo il dolore a quel tempo.
    
    Un altro ragazzino che non aveva mai ricevuto punizioni era Gustav, ma lui era il figlio del signor Barone, il padrone di tutto il villaggio, e frequentava il villaggio e la scuola solo per brevi periodi dell’anno. Per il resto viveva con la madre a Berlino. Era questi un ragazzino fisicamente delicato, quasi femmineo. Di lui parlerò al momento opportuno.
    
    Il campione delle punizioni nel villaggio era Roman, il figlio dello stalliere che aveva tre anni più di me ed era anche abbastanza sviluppato. Non c’era settimana che il maestro non trovasse motivo per punirlo. Era Roman completamente disinteressato alle lezioni e non c’era da dargli torto. Comunque fosse andata, la sua vita era segnata, avrebbe fatto lo stalliere come suo padre, a pulire il culo sporco di merda dei cavali, a mungere vacche e capre. A che gli serviva studiare?
    
    Era ...