1. Villaggio di houer capitolo 1


    Data: 24/12/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    ... Così fino ai quattordici anni ero riuscito a scampare alle punizioni, ma non alle dolorose iniezioni del dottore Mailer.
    
    Quando mi ammalavo era normale che il dottor Mailer venisse a visitarmi benché io pregassi mia madre ossia la mia signora madre di non farlo venire, ché tanto non era grave. Lei non sentiva ragioni anche se si trattava di un semplice raffreddore o di un mal di pancia poiché non era da escludere che si trattasse di un turbamento della mente. Il solo pensiero della sua venuta in casa mi terrorizzava. Di solito prescriveva degli infusi o lasciava qualche pillola da prendere e poi andava via di fretta lasciandomi sospirare per il sollievo. Spesso interpretava il mio malessere come una sorta di contaminazione dell’anima a cui seguivano dei clisteri giornalieri che mi purificavano non le viscere, ma lo spirito.
    
    Quando poi, dopo la visita, mi accorgevo invece che tardava ad andare via, capivo che attendeva che la mia signora madre gli portasse le apparecchiature per le iniezioni che aveva provveduto a sterilizzare. E si, a quei tempi non esistevano le siringhe usa e getta.
    
    Le siringhe erano di vetro e venivano riutilizzate più volte sterilizzandole facendole bollire per dieci munti in acqua bollente. Gli aghi erano grossi, altro che quelli di oggi, superfini.
    
    “Deve farmi l’iniezione, è vero?” gli chiedevo con il pianto già alle porte pronto a sgorgare impetuoso.
    
    “Si, Mark, hai la febbre troppo alta, hai preso un’infezione e dobbiamo ...
    ... curarla.”
    
    “Non voglio fare l’iniezione” rispondevo mentre già non trattenevo il pianto e sicuramente non facevo onore ai miei quattordici anni.
    
    “Se farai come ti dico, non proverai dolore.”
    
    “Non è vero, fa malissimo sempre, non voglio, non voglio.”
    
    Pregavo il dottor Mailer di darmi una pillola o di prescrivere un clistere al posto delle odiate iniezioni, ma le mie proposte venivano sempre respinte e, nonostante le mie proteste, alla fine, la mia signora madre mi teneva le mani e le braccia mentre il dottor Mailer mi tirava giù i pantaloni del pigiama e le mutandine fino alle cosce lasciando scoperto il mio culetto.
    
    Nel villaggio eravamo quasi tutti biondi e alti. Io avevo il culetto tondeggiante e senza peli. Quelli dei miei familiari non li avevo mai visti. Non ci era permesso di denudarci in presenza di altre persone, anche gli stessi fratelli. Solo davanti ai nostri genitori e al dottore potevamo mostrare le nostre nudità. Nel villaggio si andava vestiti con indumenti che coprivano interamente ogni parte del nostro corpo. Solo ai ragazzini, in estate, era permesso di portare i calzoncini e, se facevano il bagno nel ruscello, potevano togliere le magliette, ma non i pantaloni. Alle ragazze era concesso solo di bagnare le gambe, fino alle ginocchia però. Tutte le femmine, donne e ragazzine, dovevano coprirsi con abiti larghi e lunghi fino alle caviglie ché nulla facessero presagire le loro forme e come esse fossero realmente fatte.
    
    “Devi rilassarti Mark, se irrigidisci i ...