1. L'Organizzazione (Capitolo 7)


    Data: 22/12/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Ipsedixit, Fonte: EroticiRacconti

    A causa di un invio accidentale, il capitolo 6 è andato online con il titolo errato. Sfortunatamente, la funzione "correggi" non permette di modificare il titolo. Se il webmaster od un amministratore può farlo, lo pregherei di provvedere in tal senso.
    
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    Dopo un viaggio di alcune ore, il TIR raggiunse una logistica oltre confine. Completamente all’oscuro del doppio fondo e di aver trasportato anche Valeria, l’autista posizionò l’autoarticolato davanti ad una delle bocche di carico e mentre gli addetti scaricavano la merce, sganciò la motrice dal rimorchio, così da poter agganciarne un altro già pronto, e ripartire subito per la destinazione successiva.
    
    Quello che aveva lasciato, ormai vuoto, ma con la cassa in cui era rinchiusa Valeria ancora occultata nell’intercapedine, venne agganciato ad un’altra motrice, che lo trainò per alcuni chilometri, fino ad un edificio dall’aria dismessa, in aperta campagna. All’autista avevano chiesto di portare il rimorchio vuoto all’interno di un edificio agricolo, un tempo utilizzato come stalla e lui si limitò a svolgere il compito per cui era stato pagato, senza porsi alcuna domanda. La motrice si allontanò e quell’area agricola abbandonata tornò ad essere deserta. Trascorsi alcuni minuti , sul posto giunse un auto da cui scesero due uomini in tuta. Si trattava degli stessi individui che 8 ore prima avevano collocato Valeria nella cassa e che avevano scortato il TIR con ...
    ... discrezione, per tutto il tragitto.
    
    Saliti sul rimorchio muniti di avvitatori a batteria, i due iniziarono subito a smontare il doppio fondo. Appoggiarono la falsa parete ad una di quelle laterali, e spostarono la cassa con dentro Valeria di qualche metro, quanto bastava per aver spazio sufficiente, così da rimettere in posizione la parete fittizia ed imbullonarla. Conclusa l’operazione, infilarono sotto alla cassa i già noti angolari muniti di ruote e la spinsero lungo il rimorchio fino ai portelloni. Mentre la cassa veniva calata, un furgone anonimo entrò nell’edificio. L’autista non scese e senza proferire parola attese il tempo necessario a che i due caricassero quella cassa sul suo mezzo.
    
    Il furgone percorse a ritroso la stradina di campagna e svoltò sulla statale, proseguendo su quella per alcuni chilometri, in direzione della città. La abbandonò una decina di minuti dopo, per imboccare la strada privata che porta alla fortezza. Asfaltato ma stretto e con una forte pendenza, lo stradello s’inerpica sull’altura, in cima alla quale sorge il castello. Giunto al massiccio cancello della cinta muraria, l’autista dovette fermarsi ed attendere che qualcuno gli aprisse. In cima alla rupe trovò invece il portone già spalancato e poté proseguire senza fermarsi. Entrò direttamente nella cittadella, dove alcuni uomini in tuta mimetica lo attendevano. Si fermò vicino al gruppo di paramilitari, ma non scese dal veicolo. Rimase seduto al posto di guida, in attesa che provvedessero a ...
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