1. La porta sul retro. 2a parte


    Data: 08/04/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Marla23, Fonte: Annunci69

    ... successo, che meritavo delle scuse, delle spiegazioni. L’ho anche minacciato che se non si fosse fatto trovare l’avrei denunciato immediatamente all’autorità giudiziaria. All’inizio ha tergiversato. Ha cercato di imbastire un discorso di scuse, cercando di minimizzare la gravità del suo comportamento. Ma io l’ho incalzato. Volevo un confronto diretto. Non se la sarebbe cavata con qualche panzana di circostanza al telefono. La sua voce era preoccupata, temeva che volessi tendergli una trappola. Ma io testardamente ho insistito rinnovando le minacce. Alla fine ho ottenuto un appuntamento, non senza condizioni. Ho dovuto promettere che non avrei chiamato la polizia.
    
    L’appuntamento era proprio questa mattina alle undici, davanti al teatro in cui si era consumato il sopruso. Ho pensato che a quell’ora il teatro era chiuso, ma in definitiva era il luogo giusto per una resa dei conti. Mi sentivo tranquilla perché sapevo che in quel momento la zona brulicava di gente. Un incontro all’aperto ed in pubblico mi garantiva una certa sicurezza.
    
    Così questa mattina mi sono presentata li, puntuale, senza dirti nulla. Tanto non avresti compreso. Lui è arrivato dieci minuti in ritardo indossando un trench grigio che lo faceva sembrare ancora più alto. Vestiva con cura. Scarpe di marca e completo color canna di fucile, Mi ha sorriso in modo aperto e si tolto il cappello borsalino. Ammetto di averlo trovato bello ed affascinante fin dal primo impatto, ma il mio obbiettivo era quello di ...
    ... conoscere la “persona” che si nascondeva dietro quel trench, la stessa persona che mi aveva violentato mettendo a rischio, in un colpo solo, la sua e la mia reputazione.
    
    Non ho risposto al sorriso ma ho tenuto testa al suo sguardo ammiccante senza battere ciglia. Mentre l’ho salutavo con un forzato distacco lo scrutavo in ogni suo atteggiamento come se avessi dovuto scrivere una tesi su di lui. Ci presentammo, si chiama Stefano Bardonetti, proprio come diceva il biglietto da visita, Studio Bardonetti. Mi spiegò che era un architetto e che l’ultimo suo lavoro era stato proprio il restauro del teatro. Un intervento di cui andava evidentemente molto fiero data l’enfasi che dava alla descrizione di tutte le fasi dei lavori.
    
    A quel punto ho capito perché mi aveva dato l’appuntamento davanti al teatro. Lui ci teneva a mostrarsi come una persona per bene. Uno della società che conta. Che metteva le mani sui gioielli dell’architettura cittadina. Come vedi non sono un maniaco, sembrava voler dire con quell’esposizione minuziosa del suo intervento professionale. Ma invece lo sei, brutto bastardo, gli rispondevo io con il mio sguardo accusatore, sia pure senza proferire parola.
    
    Mi ha offerto di prendere un caffè nel bar vicino ed io ho accettato per capire quali scuse avrebbe accampato per giustificare quella violenza. Mentre ci avvicinavamo verso il locale, uno accanto all’altro, mi ha detto che era contento di vedermi e che avrebbe voluto che il nostro incontro fosse l’inizio di ...
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