1. Un mondo all’estremo


    Data: 05/02/2020, Categorie: Etero Lesbo Sensazioni Autore: Lestat_Arteus, Fonte: RaccontiMilu

    Capitolo 1 _ Risveglio
    
    Un rumore metallico. Uno scintillio. Un guizzo elettrico. Infine il sistema di allarme si mise a suonare. Il capitano Jenna Mastricht levò per un attimo lo sguardo dal radar di guida, chiedendosi che cosa stesse accadendo. Il monitor segnalava un’anomalia nel cargo di trasporto, al piano più basso dell’aeromobile. Dal momento che era sola non spiccicò una parola e prese tutte le precauzioni perché il pilota automatico facesse il suo dovere.
    
    Non avrebbe dovuto scendere, non era necessario, ma la curiosità l’attanagliava crescente: non era mai accaduto un guasto in quella sala, e poteva essere solo una cosa. Jenna si tolse le grosse cuffie e i suoi finissimi capelli turchini si adagiarono sulle sue spalle. Gettò il mantello oltre il sedile e si precipitò fuori dall’abitacolo. Sulle scale interne di acciaio il sistema d’allarme suonava un poco più forte. Scivolando giù dalla rampa senza nemmeno accendere le luci sbatté improvvisamente contro qualcuno, che emise un lieve gemito di dolore.
    
    ‘Ohi!’ fece la voce familiare.
    
    ‘Iris! Scusa! Scusami, andavo di fretta!’
    
    Il capitano Jenna aiutò la sua assistente a rimettersi in piedi.
    
    ‘Si figuri capitano! Stavo per salire a chiamarla! Cosa dobbiamo fare?’ fece Iris.
    
    ‘Non dev’essere nulla di grave, Iris, me ne occupo io. Vai all’abitacolo e controlla che il pilota automatico faccia il suo dovere. Non si sa mai’.
    
    A un assenso servile di Iris, Jenna le strizzò l’occhio e scese fino all’ultimo ...
    ... piano. La sua carta magnetica le permise di entrare nel cargo di trasporto e con un gesto sapiente sul quadrante generale spense l’allarme. Ora udiva solo un gran silenzio. Accese le luci a led a bassa diffusione e tese le orecchie, incamminandosi all’interno. Le lunghe file di bare criogeniche di acciaio e vetro ultraresistente erano al loro posto. Gli uomini al loro interno pure…
    
    Eccola! Si disse. Uno dei monitor ai piedi delle bare era spento. Anzi era rotto, come si notava dalla ragnatela di crepe su di esso. Forse era imploso per un cortocircuito con il liquido refrigerante, che di norma non avrebbe nemmeno dovuto sfiorare il computer. Guardò allora l’uomo nudo all’interno. Sembrava immobile come tutti gli altri. Ma pian piano quella figura congelata stava prendendo coscienza della propria esistenza e Jenna se ne accorse. Vide uno scatto alle articolazioni. Come da programma, il corpo aveva ripreso a funzionare, e nel giro di pochi minuti il suo colorito divenne meno pallido. Il sangue stava riprendendo il suo percorso naturale in quell’uomo, dopo quasi vent’anni di congelamento artificiale. Jenna assistette al risveglio incredula. Non avrebbe mai potuto accadere una cosa del genere. Solo particolari macchinari avrebbero potuto portare a termine quel processo, e comunque non certo in un aeromobile di trasporto!
    
    Il capitano Jenna trattenne l’emozione grazie ai suoi proverbiali nervi saldi, ma era così difficile. Cinque anni. Erano cinque anni che non vedeva un uomo, un ...
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