1. UNA SCOLARA SPECIALE – LA TERZA LEZIONE – 4


    Data: 10/01/2020, Categorie: Sensazioni Autore: F.P., Fonte: RaccontiMilu

    Feci tutto secondo il mio motto: “meglio cinque minuti prima che cinque minuti dopo” e il giorno dopo non avendo più voglia di aspettare, guardinga come un gatto, quando mancava ancora una manciata di minuti, suonai alla porta di Via dei Tigli.
    
    Sentii scattare il tiro automatico che non sapevo nemmeno ci fosse ed entrai. La luce era accesa ma non c’era anima viva. In fretta imboccai la porta con scritto “privato” ed entrai tirandomela dietro velocemente, col terrore che qualche estraneo potesse comparire all’improvviso e vedermi.
    
    La porta della sua camera era aperta e sul letto in ordine era posata la mia tenuta standard e una mascherina diversa da quella del giorno precedente. Era di merletto e tutta traforata e in più, sul pavimento, ai piedi della mia tenuta, risaltavano un paio di scarpe con un tacco improbabile ed incredibilmente alto, di un rosso fuoco; forse era meglio chiamarli trampoli.
    
    Riuscii a mettermi tutto da sola anche se con un po’ di fatica con tutti quei gancetti e calzai anche le scarpe. Cominciai a muovere i piedi da seduta e mi stupii di come le misure di tutto quel corredo mi andassero a pennello senza mai averle comunicato le mie misure. Anche se portavo abitualmente scarpe col tacco, non ero abituata a quei tacchi che mi aveva proposto Luana. Provai ad alzarmi in piedi e mi trovai un po’ impacciata, ma non andavo troppo male. Le scarpe avevano una zeppa piuttosto consistente e facevano nascere più problemi a guardarle che a camminarci su. ...
    ... Mentre gironzolavo per la stanza per prendere sicurezza, sentii la porta aprirsi e vidi Luana che mi guardava sorridente.
    
    “Ciao Maona. A proposito, ieri ti ho battezzato così e da oggi, qui dentro ti chiamerai Maona, sempre che ti piaccia.
    
    Sai? Hai fatto colpo sull’avvocato. Non la smetteva di farmi domande su di te. Quando mi ha chiesto il perché portavi la maschera, gli ho dovuto rivelare che tu sei una freelance occasionale, una dolce sposa che ogni tanto vuole arrotondare le finanze, che porti la maschera e non vuoi parlare con nessuno per non farti riconoscere. Questo l’ha fatto impazzire dal desiderio ed è disposto a sborsare qualsiasi cifra. Pensaci su che le occasioni così non capitano tutti i giorni.”
    
    Come al solito! Lei ci provava e lo avrebbe rifatto ancora, ma sentivo che quel mondo mi stava in qualche modo inquinando dentro. La scoperta che non era più la repulsione, ma la voglia di ampliare le mie conoscenze che guidava ora i miei pensieri, mi fece dubitare che il mio futuro potesse essere ancora come me lo ero sempre immaginata. Cosa mi stava succedendo?
    
    Poi lei mi squadrò con un sorriso.
    
    “Complimenti. Ieri non ti ho detto nulla, ma il camminare con le sole calze non ti donava. Ora è tutta un’altra cosa. Quei tacchi ti fanno un culo che sembri indossare un push-up invisibile.”
    
    Fece una pausa.
    
    “Vedremo se tutto questo darà i risultati sperati, ma se ci volesse più tempo di quello che penso per risolvere il tuo problema, certamente ti ...
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