1. 131 – La giovane Erica e il cazzone del nonno


    Data: 09/12/2017, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... Nulla, ancora una volta segreteria telefonica.
    
    Sentivo dentro di me una specie di tremolio nervoso, ero tremendamente eccitata, mi chiusi in bagno e mi sfilai le mutande, le immagini che avevo appena visto mi scorrevano davanti come un film, la mia mano fra le cosce e le dita abili fra le pieghe umide della mia fighetta.
    
    Fu il mio ditalino più veloce, venni in fretta, come se il mio corpo non vedesse l’ora di trovare il suo naturale sfogo dopo la lunga astinenza forzata.
    
    Dopo una decina di minuti il mio cellulare trillò, era Massimo che mi spiegò di aver tenuto spento il telefonino per non essere disturbato e di essere andato a letto a causa di un forte mal di testa.
    
    Gli spiegai la faccenda dei nonni che erano partiti e che io l’avevo cercato per eventualmente” Si rammaricò per l’occasione persa e mi disse che mi sarebbe venuto a prendere verso le ventuno. Avrei voluto dirgli delle foto, ma poi, non sapendo come l’avrebbe presa, pensai bene di lasciar perdere. La sera, in macchina, presi da un impellente desiderio, ci infilammo in una strada che portava in mezzo ai campi e Massimo mi fu addosso, freneticamente mi sollevò il vestito e mi tolse le mutandine, si mise sopra, armeggiò per tirarselo fuori e quindi mi prese, senza alcun preliminare, a testimoniare la grande voglia che lui aveva di me ed io di lui. Massimo non era superdotato come il nonno, ma sapeva scopare bene, era molto resistente e soprattutto altruista, mi penetrava senza mai fermarsi, a fondo, ...
    ... dentro e fuori lentamente, poi quando capiva che ero ormai sull’orlo del baratro, accelerava i movimenti e cominciava nel vero senso della parola a sbattermi con forza, come piaceva a me ed io godevo tantissimo, facendomi avvolgere da un piacere intenso e appagante. Quella sera, forse eccitato per l’insolito posto, non smise di fottermi nemmeno dopo il mio primo orgasmo, continuò come se nulla fosse successo ed io in pochi altri minuti venni per la seconda volta. Per fortuna che il ‘mostro di Firenze’ non era in zona se no mi avrebbe sicuramente sentita urlare. Poi, me lo sfilò dalla figa e si sedette al posto di guida, io sapevo già come gli piaceva finire il rapporto e mi piegai verso di lui lo baciai sulla bocca e poi scesi a leccargli i capezzoli, la sua mano sulla mia nuca mi spinse verso il basso, le mie labbra incontrarono la sua cappella, bagnata dai miei e dai suoi umori ed io la accolsi nella mia bocca scivolando giù fino alla radice. Lui con la mano mi dava il ritmo, e con la voce, invece di chiamarmi come al solito amore, mi chiamava semplicemente ‘troietta mia’; io capii che stava per venire nel momento in cui iniziò a supplicarmi di non smettere, mi chiese volgarmente di succhiarglielo e poi finalmente si svuotò le palle e mi venne copiosamente in bocca, me la riempì totalmente con il suo denso e saporito succo che io mi affrettai golosamente ad ingoiare.
    
    Ci risistemammo ed uscimmo a fatica da quella stretta e tortuosa stradina, in pochi minuti fummo in centro al ...
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