1. Buio rimpianto


    Data: 04/12/2019, Categorie: Etero Autore: Mr Gwyn, Fonte: EroticiRacconti

    Questa storia, ha avuto inizio circa vent’anni fa, allora frequentavo l’università, ero un interessato studente di storia moderna, avevo ventidue anni, l’Italia era nel periodo più luminoso del fascismo, le leggi razziali erano lontane ed io conobbi una ragazza unica.
    
    In tutti questi anni, ne ho conosciute delle altre, molto belle, intelligenti, simpatiche, bruttine ma come lei, nessuna.
    
    Badate, non la sto idealizzando ma possedeva un’innata libertà, una capacità di vivere la vita con gioia e spensieratezza, con dignità e responsabilità, che era impossibile non innamorarsene.
    
    La primavera del 1934 era iniziata presto, quella mattina era seduta al terzo banco della seconda fila, entrambi attendevamo che l’esimio prof. Cannella, si accingesse ad iniziare la sua lezione su L’influenza balcana nelle cause della Grande guerra, quando voltandosi verso la mia parte, i nostri sguardi s’incrociarono, lei quasi distrattamente sorrise, un dolce sorriso eburneo, che m’incuriosì, ricambiai timido, poi ascoltammo in religioso silenzio la lezione.
    
    Al termine, non riuscii a seguirla che con lo sguardo, mentre guadagnava l’uscita in solitudine, la calca m’impedì d’inseguirla e nessuno dei miei vicini mi fu d’aiuto per identificarla, questo provocò in me, un paradossale piacere, sembrava essere stata un angelo invisibile.
    
    Per qualche giorno me ne dimenticai o almeno credevo di averlo fatto, sino a quando non la rividi. Stavo correndo lungo il viale che dalla facoltà di ...
    ... filosofia porta a quella di storia, quando la travolsi distrattamente, quando l’aiutai ad alzarsi da terra, mi fissava sconcertata.
    
    “Scusami, sono mortificato, non ti sei fatta male, vero?” dissi preoccupato, lei si fissò le ginocchia, “Si, mi sono sbucciata, ma credo non sia niente di grave.”
    
    “Mi spiace ma sono in terribile ritardo a lezione.” La guardai inebetito, così fu lei a presentarsi.
    
    “Io sono Eva.” Mi porse la mano, allungai la mia per stringerla, “Marcello, piacere.”
    
    “Non ci siamo già visti?”
    
    “Si, alla lezione del prof. Cannella, mi hai sorriso ed io ho fatto altrettanto.”
    
    “Ti ho messo in imbarazzo?” me lo chiese sorridendomi maliziosamente, risposi mentendo di no e lei se ne rese conto, mi spiegò che si divertiva a stupire, che detestava l’ipocrisia, le formalità, che amava i ragazzi, le sigarette ed il ballo.
    
    Ero là che ascoltavo il suo discorso mentre camminavamo, dimentico della mia lezione, dell’ora tarda, ritornai alla realtà solo quando mi salutò, baciandomi sulla guancia.
    
    Mi ritrovai alla fermata della circolare, senza sapere comici fossi arrivato, così tornai indietro, Lino mi aspettava davanti la facoltà, gli raccontai tutto.
    
    I giorni seguenti, non riuscivo neppure a dormire, Eva era di continuo nella mia mente, ogni mattina speravo d’incontrarla, a casa regnava una situazione di tensione, avevo avuto delle discussioni con mio padre, riguardo alcune decisioni del Regime, che lui non aveva gradito e che invece io appoggiavo ...
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