1. Il condominio - capitolo quarto


    Data: 04/12/2019, Categorie: Etero Autore: Giangi57, Fonte: Annunci69

    ... cognome sopra, per tre milioni, poi.. Abbasso calzoni e slip e mostrò l'organo desiderato, per la verità spenzolante fra le cosce, Joko scatto una foto e annui, «Credo che è venuta bene. Aspettiamo soltanto. Attesero il necessario, lui sentendosi un cretino, fermo impalato con il cazzo esposto e la brache alle caviglie. Poi Joko estrasse la foto, annui contenta. «Okay. Ora su la testa, prego !».
    
    Dionigi pensò che questa Joko era un po' strana ma rialzò la testa e sporse il mento, «No! Non tua testa, testa di cazzo!» disse lei.
    
    «Oh, Ah! Eh, ma come faccio? Io.... »
    
    « Io, non tu. Tu non toccare assolutamente me Okay?».
    
    Gli si mise accanto con la peretta dello scatto nella sinistra e usò la mano inguantata per accarezzargli lieve il cazzo e le grosse palle. Immediatamente si videro gli effetti e Joko, mormorando compiaciuta qualcosa in giapponese, impugnò la verga e cominciò a menarla lentamente. In meno di dieci secondi si ritrovò nel piccolo pugno guantato di pizzo una
    
    stanga dura come legno stagionato,
    
    «Oooh! molto, moltissimo okay!» esclamò ammirata. «Tuo organo alto come Fusijama, duro come lui? Molto duro! Ora infila questo..».
    
    Gli porgeva la bustina e Dionigi l'aprì e vide che si trattava di un preservativo, «Ma... io non so adoperarlo, non ne ho mai messo uno!» avverti disorientato.
    
    «Facile. Metto io. Come al mio signor marito Fuijko Masaki. Io faccio sempre. Io metto a te», disse Joko. Gli si inginocchiò di fronte ed espertamente fece entrare ...
    ... il grosso cazzo nella guaina di lattice.
    
    «Ecco, vedi? Ora io faccio godere te, tu godi tanto, più tanto possibile, vero?». Dionigi avrebbe avuto voglia di infilarle una mano sotto il kimono, di toccarla ma era stato avvertito di non farlo e si limitò ad osservare la piccola mano guantata di lei che gli sFlorava appena il cazzo, poi lo stringeva, che menava un po' lentamente e un po' svelta, poi rallentava, limitandosi quasi ad una carezza che scendeva sino ai testicoli gonfi. Insomma una sega cosi nessuna era mai stata capace di fargliela. Gli usci un lungo sospiro mentre si lasciava manipolare a quel modo. Il volto di lei era impenetrabile, la boccuccia a cuore non faceva una piega, gli occhi a mandorla osservavano il grosso palo di carne con attenzione e pareva piuttosto intenta ad un lavoro qualsiasi piuttosto che a una pratica voluttuosa. Se Dionigi avesse saputo che, in quel momento, Joko stava bagnandosi abbondantemente ne sarebbe stato sicuramente orgoglioso. Poiché non era in grado di saperlo si contentò di quella carezza che, ne era certo, lo avrebbe portato rapidamente all'orgasmo proprio per la sua singolarità. In confronto alla piccola mano guantata di pizzo il suo cazzo sembrava ancora più grande di quanto non fosse in realtà e Joko parve rendersene conto. Smise e raccomandò a Dionigi: «Tu resta fermo e duro così, vero?». Tolse la mano e premette lo scatto.
    
    «Tu resta fermo, vero? Io prendo foto...».«Oooh! venuta moltissimo okay!», esclamò contenta dopo che ...
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