1. Il condominio - capitolo quarto


    Data: 04/12/2019, Categorie: Etero Autore: Giangi57, Fonte: Annunci69

    ... ebbe estratto la fotografia. La pose sul tavolo e tornò ad impugnare il cazzo di Dionigi. «Ora tu godere molto, si?».
    
    «Godrei di più se tu me lo prendessi in bocca!» si lasciò sfuggire Dionigi.
    
    «Tuo organo in mia bocca, io succhio? No, non possíbile».
    
    «Vuol dire che godrò un po' di meno, pazienza», sospirò lui.
    
    «No, non possibile», ribatté Joko e lui credette di scorgere una nota di rimpianto nella vocetta da uccellino. «Forse se io prendo in bocca tu fai più seme? più... uhm... come si dice in italiano?».
    
    «Sperma, sborra, sbroda...», sospirò Dionigi.
    
    «Eh, si, farei molta più sborra se tu mi succhiassi il cazzo».
    
    « Molta? Oh, peccato, no, non possibile! Tu godi con mia mano, forse... un poco.. così?». Mentre glielo menava diede una leccatina rapida alla verga e Dionigi maledisse i preservativi. Poi Joko si prese in bocca la cappella e, continuando a menare il cazzo, le diede una succhiatina, un'altra, un'altra ancora.
    
    «Così tu fai più tanto sborro? si?». Dionigi aveva una gran voglia di chiavarsela, questa giapponesina di porcellana, di farla gridare, di farle smettere questa sua impassibilità. Ma aveva promesso di non toccarla.
    
    «Oh, sì, molto di più!», sospirò. «Perché non lo facciamo senza il preservativo? Senza 'sto coso io godo tantissimo di più!».
    
    «Oh, no!! Non possibile! Tuo sborro deve restar in condom, io fotografo quanto dentro condom!».
    
    «E va bene, facciamo a modo tuo, signora Joko! Succhialo ancora, come prima! E fai anche con ...
    ... la mano! ». Lei annuì, tornò a prendersi in bocca il cazzo e, questa volta, ne imboccò quasi metà mentre la manina inguantata di pizzo riprendeva a menare. Sapeva succhiarlo e, contemporaneamente, lo slinguava, la troia di porcellana! Aveva abbandonato la peretta dello scatto e, con la mano sinistra, gli accarezzava le natiche, l'interno delle cosce...
    
    «Aaaah! signora Joko! così mi fai godere!! guarda che sto per godere!! Succhia... succhia più forte!!». Lei capì più che le parole l'eccitazione del maschio e incavò le gote, succhiò aspirando con quanta energia le davano i polmoni e Dionigi venne con un grugnito da bestia, ansimando un piacere che non si sarebbe mai atteso così intenso. Venne e venne e Joko continuava a succhiare, lui ebbe all'improvviso la certezza che non era l'intenzione di suggergli sin l'ultima goccia di sperma ma che lei lo facesse con passione, che fosse intrigata e presa da ciò che gli stava prodigando. Joko si staccò soltanto quando lui pregò:
    
    «Basta, signora Joko! basta, mi fai morire...». Allora lei allontanò la testa e Dionigi le vide gli occhi neri farsi opachi all'improvviso e come smorti , quasi sembrava che fosse stata lei ad avere l'orgasmo. Ora gli restava il cazzo ritto con quel ridicolo impermeabile che lo ricopriva e, sulla punta, il sacchetto ricolmo di sperma che non trovava spazio sufficiente e s'era fatto un palloncino. Joko guardo il cazzo, osservò il palloncino e, con un sospiro, mormorò:
    
    «Ouanto!! Moltissimo okay! Signora ...
«1...345...12»