1. Daniel


    Data: 04/12/2019, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: Tequila, Fonte: RaccontiMilu

    ... un angolo remoto della mia stanza, prima di ributtarmi sul letto e spalancare le gambe più che potevo: amavo sentirmi così, aperta come una puttana vogliosa di cazzo.
    
    Trattenni il respiro quando le mie dita vennero a contatto con la fonte del mio piacere: il mio clitoride. Lo mossi in circolo col medio sentendo le gambe tremare leggermente: gemetti profondamente sentendo il piacere propagarsi come una scarica che partiva da lì fino ad arrivare al cervello.
    
    -Aw… s-sì…- gemetti, ripetendo l’azione un paio di volte. Stavo perdendo la testa, non riuscivo a pensare più a nulla se non al cazzo di mio fratello.
    
    -Oh, Dani, l-leccami tutta, ti prego..- gemetti di nuovo, più forte. -Dai, dai, dai, fratellone, continua ti prego, sto per…- cominciai a muovere velocemente le dita, torturando furiosamente il mio grilletto sentendo il culmine sempre più vicino.
    
    -C-cazzo!- singhiozzai, senza fermarmi -Dani, sì, che bello! Vaiii! Vengo, vengo, vengoooooo! Porca puttana!- repressi l’urlo sul cuscino, levando di scatto la mano dalla mia vagina e sentendo la testa girare. Ogni orgasmo avuto col solo pensiero di mio fratello mi faceva perdere la testa: ero pazza di lui, lo volevo troppo. Mi coprii col lenzuolo fino al seno, sentivo le palpebre diventare pesanti. Portai la mano che avevo usato per masturbarmi al viso, annusando profondamente.
    
    Sentii la stanchezza prendere possesso dei miei arti, e, prima di chiudere gli occhi, mi promisi che Daniel sarebbe stato mio, in ...
    ... qualsiasi modo. CAPITOLO 2
    
    Mh… cos’era quel ronzio fastidioso che aveva interrotto il mio sonnellino profondo? Scostai con un braccio le coperte, prendendo il cellulare da sopra il comodino che continuava a squillare imperterrito.
    
    -Pronto?- risposi con voce arrochita e impastata dal sonno.
    
    -Amore? Dove sei?-
    
    Quella voce mi fece sorridere come una stupida.
    
    -Sono in camera mia, perché?- chiesi, sempre col sorriso sul volto, alzandomi dal letto più sveglia che mai.
    
    -Sono fuori casa, &egrave da 10 minuti che continuo a citofonarti! Mi apri per favore?- fece lui, con quella voce che mi faceva andare in iperventilazione.
    
    -Ok..- sospirai, alzandomi dal letto alla ricerca delle mutandine, infilandole velocemente. Mi avvicinai al citofono schiacciando il pulsante, dirigendomi poi velocemente in camera a indossare una paio di pantaloncini e una maglietta di qualche taglia più grande che prima apparteneva a Daniel.
    
    Quando sentii la porta di casa chiudersi con un tonfo mi precipitai in sala.
    
    -Ciao Amore!- mi salutò raggiante lui, con un sorriso mozzafiato. Dio, era bellissimo.. con i capelli tutti scompigliati, quella maglietta azzurra che fasciava il suo fisico statuario lasciando intravedere i muscoli, quei pantaloni che… mh!
    
    -Ciao, scemo!- lo salutai sorridendo a mia volta. Il motivo per cui mi chiamava ‘Amore’? Per il mio nome, ovvero Morena. Mi chiama così da quando ha sette anni, dice che ‘More’ &egrave un nomignolo stupido senza senso, e che invece ‘Amore’ ...
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