1. Lo psicopatico - capitolo 4


    Data: 28/11/2019, Categorie: Etero Autore: Koss99, Fonte: Annunci69

    ... si mosse e lui la seguì, era combattuto, pensava di non fare niente, ma seguirli non gli costava niente e non lo metteva in pericolo.
    
    Con la tedesca era andato tutto benissimo. Stranamente non la cercava nessuno. L’aveva interrogata, era una sbandata, senza fissa dimora, senza lavoro e senza famiglia, solo qualche amico in Germania che sapeva che era in Italia. Aveva recuperato la sua macchina e l’aveva messa in garage, a casa sua. Da lui non veniva nessuno, dai clienti andava lui. La tedesca era scomparsa e nessuno la cercava. Se la poteva tenere a lungo, gli aveva dato già grandi soddisfazioni.
    
    La cagna era nuda, rinchiusa nel retro del furgone e nelle condizioni di non nuocere, una catena ad una caviglia, le mani legate dietro la schiena ed imbavagliata. Lui seguì le due coppie fino ad un condominio abbastanza lussuoso. Quando li vide sparire in un portone parcheggiò, andò nel retro del furgone e prese la cagna con particolare foga e ferocia. La morse sui capezzoli e se la sbatté bestialmente. La cagna guaì e si dibatté, ma non c’era niente da fare, lui era forte, molto più di lei e lei non poté far altro che subire. Sapeva che protestando non avrebbe ottenuto nulla, anzi. L’ultima volta che l’aveva fatto se ne era pentita amaramente, Lui l’aveva schiaffeggiata con quelle mani di acciaio, dure ed implacabili. Però era perplessa e spaventata, ormai era molto tempo che non la trattava più in quel modo spietato, sembrava fosse tornato all’inizio. In più, nonostante la ...
    ... ferocia, sembrava che non pensasse a lei. Ormai lo conosceva, sembrava che pensasse ad altro anche se stava scopando lei ed era duro, molto duro. Poi la cagna, nonostante tutto, iniziò a godere gorgogliando e mormorando parole sconnesse in tedesco. Quando era eccitata ritornava alla lingua madre.
    
    La cagna non si sbagliava, anche se non conosceva il motivo del turbamento del suo Padrone. Lui pensava alla spilungona ed era così feroce perché era molto combattuto, sapeva che rapire la spilungona era pericolosissimo, non lo doveva fare, era contro tutte le regole che si era dato. La prima diceva che dovevano essere sole e questa non lo era. La seconda diceva che dovevano avere uno stile di vita alternativo, definiamolo così, e questa invece sembrava perfettamente integrata, anche se sicuramente trasgressiva. Però, mentre così pensava, non riusciva ad andare via, ad allontanarsi da quel portone. Intanto si sfogava con la cagna capezzoluta, crudelmente.
    
    Rimase lì fino al mattino, facendo la spola tra la cabina da cui osservava il portone ed il retro del furgone dove si sbatteva la cagna ripetutamente, ma senza riuscire a saziarsi. Verso le due vide uscire l’uomo con la rossa, erano vestiti come quando erano entrati, quindi non stavano lì. Attese fino alle otto, l’ora in cui la spilungona, vestita con sobria eleganza e con un tablet sotto braccio uscì per andare all’università. La seguì e quando vide dove andava se ne ritornò a casa. Era stanco ed era cosciente del pericolo, ...