1. Lo psicopatico - capitolo 4


    Data: 28/11/2019, Categorie: Etero Autore: Koss99, Fonte: Annunci69

    Il super era situato in un centro commerciale, uno dei migliori e più grandi della città e anche se era un giorno infrasettimanale come tanti, nel tardo pomeriggio, era affollatissimo. A Alessia piaceva andarci proprio quel giorno ed a quell’ora, le piaceva sfilare bella ed elegante per farsi ammirare da uomini e donne. E la presenza della sua schiava le serviva per attirare ulteriormente l’attenzione. Non era gelosa delle occhiate rivolte a Deborah, le attirava come una calamita, anzi ne era orgogliosa. Deborah era sua e lei l’esibiva, con discrezione, come un diamante. La Padrona camminava un passo avanti e la schiava la seguiva come un cagnolino, la Padrona era elegantissima e lei vestiva casual, per chi sapeva vedere non c’erano dubbi su chi era la dominante e chi era la sottomessa.
    
    Ogni tanto fantasticava di portarla lì al guinzaglio, nuda ed incatenata, a quattro zampe. Purtroppo erano solo fantasie. lo sapeva, ma se quella era una fantasia, portarla di notte in un parco pubblico o farla sfilare in una via piena di puttane non lo era. L’aveva già fatto e Deborah quelle volte stava morendo di paura e di vergogna, ma bastava che la sua Padrona la toccasse ed anche in quelle situazioni estreme lei si bagnava.
    
    Marina invece non aveva mai subito quella umiliazione, ma il suo Padrone ci pensava, anche lui aveva quell’irrefrenabile voglia di esibirla, ma, meditava, non è ancora pronta. Intanto che meditava mise nel carrello della spesa che Marina portava in giro ...
    ... seguendolo passo dopo passo, una buona bottiglia di barbaresco. Le scelte riguardanti il vino ed altre cosette sfiziose le faceva lui, tutto il resto era competenza della schiava. Marina era un’ottima cuoca e lui delegava volentieri.
    
    Alessia invece non delegava, a casa sua si mangiava quello che voleva lei, aveva fatto un po’ di fatica per insegnare a Giusy a cucinare quello che le piaceva, ma c’era riuscita, anche se talvolta sbagliava ancora e doveva punirla.
    
    Marco sapeva guardare e soprattutto vedere, quando incrociò lo sguardo delle due donne capì quale fosse il loro rapporto in una frazione di secondo, il tempo che le immagini arrivassero al suo cervello e che fossero elaborate.
    
    Una Padrona ed una schiava. Entrambe bellissime, anche se la giovane schiava era fantastica, non era paragonabile con nessuna, se non con quella che spingeva il carrello dietro di lui e per essere paragonate con Marina bisognava, a suo giudizio, essere davvero super. Marina era irraggiungibile per eleganza e postura, ma la giovane ragazza aveva tutti i mezzi per raggiungerla e forse un giorno superarla. La ragazza indossava dei semplici jeans che le cadevano perfettamente, poi un pellicciotto che su un’altra sarebbe apparso volgarotto, ma che lei indossava con molta disinvoltura, ai piedi delle scarpe scamosciate. Nonostante l’abbigliamento si muoveva come una principessina, trattenuta nell’esuberanza dallo sguardo fermo e severo della sua Padrona. Marina invece indossava un vestitino nero che ...
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