1. L’Abisso del Piacere e della Paura


    Data: 16/11/2019, Categorie: Etero Lesbo Sesso di Gruppo Autore: SimoH, Fonte: RaccontiMilu

    ... fece sdraiare Marco sul mio sedile, lo liberò dei suoi pantaloni e tirò fuori il suo cazzo, già mezzo eretto. Con qualche movimento divenne duro come il marmo, mentre anche il mio cazzo cominciava a reagire, compresso dentro ai pantaloni. Allora Sara sorrise, diede due piccoli baci sulla punta e poi si avventò famelica sul cazzo del suo compagno. Cominciò a succhiare con una incredibile abilità, alternando dolci momenti in cui lo leccava soltanto a pompate veementi, accarezzandogli le palle, mentre lui, ignaro del fatto che stessi guardando da un bel pezzo ormai, cercava di fare di tutto per trattenere i gemiti che dovevano necessariamente venirgli spontanei. Sara era una maestra del pompino, si vedeva dal modo in cui muoveva bocca e lingua. Anche il mio cazzo stava scoppiando, tanto che, mentre sbirciavo dallo specchietto dovevo ripetutamente massaggiarlo per alleviare la tensione. Marco stava per venire. Mise una mano sulla testa di Sara e la tenne ferma mentre le scoppiava in bocca. Lei non fece una piega, rimase al proprio posto in mezzo alle gambe di lui finché non smise di sussultare di piacere, e chiuse gli occhi appagato. Poi tornò a sedersi a fianco di Marco si rimise a posto il corpetto e mi guardò negli occhi attraverso lo specchietto. Aprì leggermente la bocca, mostrandomi che era piena dello sperma del suo ragazzo che giaceva appagato accanto a lei, poi inghiottì tutto. Aprì di nuovo la bocca per mostrarmelo. Dovetti smettere di guardare per evitare di avere una ...
    ... reazione incontrollata. E magari andarmi a schiantare contro un guard rail. Già che non fosse successo fino a quel momento era una sorta di miracolo. Sono sicuro che lei abbia riso.
    
    Arrivammo a destinazione cinque minuti dopo. Accostai accanto al cancello del loro condominio, e Marco scese trasognato, fingendo di essersi addormentato.
    
    ‘Grazie amico.’ mi disse. Dovetti resistere all’impulso di ringraziarlo a mia volta. Sara si avvicinò al mio finestrino aperto e mi guardò intensamente.
    
    ‘Buonanotte’ mi disse, lasciva. Il suo alito odorava di birra scura e sperma. Mise la mano nella mia, mi fece un altro occhiolino e seguì Marco Guardai cosa mi avesse messo in mano in quel breve istante di contatto. C’era un pezzo di carta stropicciata, sembrava strappato da una di quelle tovagliette del pub dove eravamo stati. Un numero di telefono e la scritta ‘Chiamaci’.
    
    Passai tutto il giorno successivo a cercare di concentrarmi su un lavoro che non mi interessava. Avevo appoggiato il biglietto scritto da Sara sulla scrivania vicino al portatile e ogni tanto gli lanciavo qualche occhiata. Non sapevo cosa fare. Le immagini della notte prima continuavano a scorrermi in mente, come in loop. Del resto chi non si sarebbe fissato su quelle scene da porno? Continuavo a fissarmi su quel ‘Chiamaci’ scribacchiato velocemente. La tentazione cresceva mano a mano che i minuti scorrevano trasformandosi in ore. Erano le sei di sera quando decisi di prendere il coraggio a due mani e composi il ...
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