1. Diversamente vergine - 11


    Data: 06/11/2019, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    A LOVE SONG.
    
    Ok, avete ragione, ho mancato di parola. Vi avevo detto che c’era una grande novità e che ve ne avrei parlato. Non l’ho fatto, mi sono dilungata a parlare di Viola.
    
    La grande novità è che torna Tommy. Sai che cazzo ce ne frega, direte voi. E non potrei nemmeno darvi torto. Ma per me saperlo è stato come un pugno nello stomaco. No, oddio, così suona male, diciamo che mi è venuto il groppo in gola.
    
    Non è che torni per restare. Solo un giorno, mi scrive su WhatsApp, per accompagnare il padre e approfittarne per una rimpatriata con i compagni del liceo. Ma tra questi ci sarò anche io. Anzi, mi ha detto proprio che vuole assolutamente che io ci sia. E adesso io sono qui che conto i minuti. Già, perché mancano proprio pochi minuti all’appuntamento davanti a scuola. E io devo sbrigarmi.
    
    Come spesso mi capita, mi sbrigo anche troppo e sono sul posto in anticipo. Di Tommy nessuna traccia. E nemmeno degli altri. Mi specchio un po’ nervosa in una vetrina. Apro il giaccone e controllo per l’ennesima volta l’effetto che fanno la mia gonna di lana verde e le mie scarpe col tacco. Alle gambe ho delle parigine di un grigio molto scuro che volevo riservarmi per Natale. Vabbè, tanto mancano pochi giorni, penso. Mi sono messa persino uno dei due coordinati di intimo che ho, nero con un bordino viola, un peri abbastanza castigato.
    
    Non è che sia proprio in tiro, ma credo che sia la prima volta che mi presento da Tommy vestita così.
    
    Lui arriva ed è puntualissimo. Si ...
    ... avvicina a passi rapidi e io quasi gli corro incontro e ci abbracciamo. Il suo calore mi avvolge, poi le sue labbra si posano sulle mie. Mi allontana un po’ tenendomi per le braccia, come se volesse scrutarmi. E in effetti mi scruta, sorride.
    
    – Andiamo? – mi fa.
    
    – Dove andiamo? E gli altri? – chiedo a mia volta.
    
    – Non ci sono altri, ci siamo io e te.
    
    Detta così sembra nulla, ma a me per qualche secondo manca il fiato. Poi mi riprendo in fretta, ma il fatto di essere soli io e lui mi sembra un regalo grandissimo.
    
    L’idillio però finisce qui, perché uno scroscio di pioggia gelata ci costringe a riparare dentro il bar dove siamo stati innumerevoli volte sia io che lui, sia all’entrata che all’uscita da scuola. E non è che io sia superstiziosa, ma dovrei immaginarlo che quel temporale è il presagio che qualcosa andrà storto.
    
    Cosa sia questo storto lo capisco poco dopo di fronte a un cappuccino e un caffè, quando ci raccontiamo quello che ci è capitato in questi mesi. Chissà perché mi arrabbio quando lo rimprovero per non essersi mai fatto sentire nemmeno con un messaggino e lui mi risponde “neanche tu”. Che sì, è vero, neanche io, ma come faccio a spiegargli quanto mi è costato non mandarglielo?
    
    Le cose peggiorano quando mi dice che si è iscritto a Giurisprudenza a Bologna e che divide un appartamento con due ragazze. Diventano addirittura un disastro quando gli chiedo se abbia più visto qualcuno di qui e lui mi dice candidamente (dire bugie non è mai stato il ...
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