1. Proteggimi


    Data: 05/11/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... gambe ripiegate sotto il corpo. Manfred si tolse la sahariana, con assoluta noncuranza aprì la cella e si sedette al computer dandole le spalle e iniziò a scrivere studiandola nello schermo. Sapeva bene di trovarsi tra lei e la porta dell’ufficio, tuttavia aspettava una reazione che non veniva, entrambi si studiavano a vicenda: altro che selvaggia, lei applicava una sua strategia imitandolo.
    
    Quando la stanchezza iniziò a farsi sentire Manfred s’alzò per chiudere la cella secondo il regolamento che Goldman gli aveva lasciato, la ragazza fece un balzo per sottrargli la chiave, però lui essendo pronto si limitò ad alzare un braccio bloccandola all’istante. L’uomo la guardò passionalmente e uscì nella notte lasciando la cella aperta, perché aveva bisogno d’una sigaretta e di riflettere. Tutt’intorno c’era un silenzio immobile rotto soltanto dal grido roco di qualche uccello, mentre le stelle guardavano tra le nuvole creando ombre argentate sulle foglie della vegetazione. Udì un passo lieve nella radura e seppe che era lei, adesso era nuda inginocchiata accanto a due tombe coperte di fiori, accarezzava l’erba mormorando una filastrocca per bambini in inglese, a questo punto Manfred non ebbe più dubbi mentre ascoltava la sua voce per la prima volta. Il canto finì e sentì i suoi occhi che si fermavano su di lui, attendendo che la riportasse nella cella. Manfred restò immobile finché la ragazza scomparve nelle ombre della foresta, poi tornò verso il suo alloggio, certo che lei ...
    ... lo stesse osservando. Trovò la sua borsa da viaggio ai piedi della branda e un piccolo ma confortevole bagno nel retro, si spogliò godendo la frescura dell’acqua sulla pelle, rilassandosi a poco a poco. Una mano sottile entrò nella tendina di plastica della doccia, stringendo una piccola radice chiara tra le dita, Manfred la prese e inizio a strofinarsi con quel sapone naturale, come avrebbe fatto un membro della tribù. Aveva un profumo delicato e fresco che ricordava quello della pioggia sulle foglie nuove, era inteso come un dono e divenne una sorta di rituale nelle notti a venire, come pure la sua presenza discreta mentre lui lavorava.
    
    Manfred cercava di rispettare il mondo della tribù che l’aveva allevata, ma era soltanto questione di tempo, dato che i risultati delle analisi chimiche sul fiore di Garnett erano quasi ultimati. Goldman e il professore volevano che tornasse in Inghilterra, ai loro occhi il diario ritrovato della signora Garnett le aveva restituito un’identità diversa da quella di creatura. Si chiamava Helene e per sei anni era stata una bambina inglese prima di perdere i genitori, diventando la bambina bianca della foresta come la chiamavano gl’indigeni che l’avevano allevata, cresciuta e custodita. Manfred sapeva che presto sarebbe tornata alla civiltà e per questo cercava di parlarle in inglese ogni giorno, per renderle meno scioccante il distacco. Ritrovava ciò che era, nei ricordi e nelle storie udite da piccola, perché la sua mente curiosa seguiva i ...
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