1. Violagode, capitolo 14: la rassicurazione


    Data: 05/11/2019, Categorie: Etero Autore: bettatroietta, Fonte: Annunci69

    Il giorno dopo ho la testa fuori dalle nuvole, piena di pensieri peccaminosi. La giornata ideale per la lunga riunione operativa che mi aspetta dal nostro cliente. Mentre sono sul taxi che mi porta nel quartiere d’uffici riguardo (senza audio!) il video in cui quel grosso mandingo mi fa godere come una matta. Poi chiudo gli occhi e penso alla figa di Anna, a quel momento in cui la lecco mentre viene sodomizzata e tutti quei deliziosi umori che mi ha riversato in bocca.
    
    “Siamo arrivati.” Mi risveglia il tassista. Pago e scendo. Coraggio, Viola, sei una professionista!
    
    La mattinata è lunga, gli argomenti da vedere sono tanti. Quando si capisce che si andrà anche al pomeriggio mi sento svenire. Vado in bagno a rinfrescarmi, poi di nuovo in mischia, a sorridere ai tecnici del cliente mentre pranziamo insieme nella mensa, peraltro di qualità, del grande ufficio. Riprendiamo il lavoro, solo dopo quasi due ore arriviamo alla fine.
    
    “Benissimo, torno in ufficio e comincio subito a lavorare alla relazione su tutte le decisioni prese oggi.” Concludo io con fare affaticato, ma deciso. L’intero gruppo di uomini che ho davanti annuiscono ubbidienti. Bene, sto imparando ad essere autorevole, mi piace. “Arrivederci,” sorrido ed esco con il mio laptop sotto braccio.
    
    Arrivata alla portineria vengo fermata da una ragazza.
    
    “Mi scusi, ma il presidente ha chiesto di vederla.” Sento la terra franare sotto i piedi.
    
    Salgo all’ultimo piano e mi tocca fare una buona mezz’ora di sala ...
    ... d’attesa, così almeno mi rilasso. Mando una mail alla mia capa per avvisarla. Mi trattengo dal riguardare il video arrivato ieri notte.
    
    “Dottoressa, il presidente può riceverla.” Vengo fatta entrare nel grande ufficio.
    
    “Viola, carissima, come sta andando il lavoro?”
    
    “Bene, c’è molto da fare ma avete messo in piedi un buon team, stiamo procedendo.”
    
    “Ottimo.” Commenta lui. “Sono contento che tu ti trovi bene.”
    
    “È lavoro.” Rispondo io.
    
    “È lavoro.” Ripete lui, poi arriva al dunque: “Anche l’altro nostro lavoretto va portato avanti…”
    
    Arrossisco. “Eh… quello è un altro tipo di lavoro.”
    
    “Nel quale sei molto molto competente.”
    
    “Grazie.”
    
    “Non lo dico io, lo dice il mio amico Mario, il festeggiato dell’altra sera. Ha detto che sei la più maiala fra le puttane che ha scopato.”
    
    “Grazie,” rispondo. Vuole fissare un altro appuntamento con i suoi amici?
    
    “Quando ho saputo che eri qui, questa mattina, ho pensato che era il caso di dirtelo e volevo darti una gratifica in più.” Così dicendo estrae il portafogli.
    
    “No, non è il caso…” faccio io.
    
    “Insisto.” Dice lui allungandomi quattro banconote da cinquanta euro.
    
    “Non posso accettarle.” Non so cosa fare.
    
    “Mmmm…” vedo che sta pensando, riapre il portafogli, sta per mettere via le banconote poi si ferma, rimette il portafogli in tasca e me le riallunga. “Facciamo così: queste sono per la tua prossima prestazione.”
    
    “La prossima prestazione?”
    
    “Sì, ho intenzione di incularti qui, adesso.”
    
    “Oh!” ...
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