1. Sbandata del neo singolo


    Data: 02/11/2019, Categorie: Etero Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    ... fatto con lei, ai suoi ritmi ed alla sua maniera, non vedo altra donna che possa soddisfarmi allo stesso modo. Anche il ricorso all'auto-masturbazione mi sembra più una umiliazione che un sedativo, certamente non una soluzione.
    
    Eccomi, di conseguenza, con le palle strapiene in una casa terribilmente vuota, con in mano la lettera che la stronza mi ha fatto scrivere da un avvocato.
    
    Avrei dovuto citarla io per danni visto come mi ha sfruttato prima e come mi ha ridotto alla fine, invece è lei che avanza pretese.
    
    Avevo detto “troia no”; rettifico: “Pure troia. Stronza e troia!”
    
    E' certo ormai, lei non tornerà, non per scopare almeno. I testicoli mi fanno male, hanno bisogno di scaricare la loro produzione da tropo tempo “immagazzinata” in attesa di “emissione”.
    
    Fuori piove, diluvia.
    
    Ricontatto qualche vecchia conoscenza?
    
    Cerco qualcuna sui siti hard che stanno in rete, su internet?
    
    E' tanto che non fumo più.
    
    E' il momento di ricominciare.
    
    C'è, ci dovrebbe essere ancora, il pacchetto di sigarette, dentro il cassetto del mobile d'ingresso.
    
    La stronza ha portato via anche quello. Non si fuma.
    
    Bevo un whisky!
    
    Macché! La bottiglia è vuota.
    
    C'è solo una bottiglia di un amaro noto ma schifoso per i gusti del mio palato. Non si beve, ho finito anche le birre in frigo.
    
    Non ho alternative: esco per “rimediare”(forse) qualche avventura, per procurarmi sigarette? No, meglio non ricominciare. Per procurarmi da bere, certamente.
    
    Esco ...
    ... dall'appartamento. Chiudo la porta, prendo l'ascensore e scendo fino all'atrio.
    
    Dove cavolo penso di andare? Li fuori, oltre la porta a vetri c'è il diluvio, la strada sembra un fiume, ci saranno almeno tre dita d'acqua. Una macchina che transita fa sventagliare un getto d'acqua che finisce con lo sbattere anche contro la porta a vetro che devo ancora aprire.
    
    “Anche” contro la porta, ma non solo. Il getto colpisce in pieno due ragazzi che stanno correndo rasente ai muri, con gli indumenti tirati sul capo per cercare un fatiscente riparo allo scrosciare.
    
    Si fermano proprio innanzi alla porta. Dal gesto di lui intuisco che sta imprecando contro il conducente dell'auto che ha fatto schizzare su di loro la sventagliata d'acqua,
    
    La ragazza invece si introduce nel piccolo spazio che separa la vetrata dal marciapiede, evidentemente per cercare un riparo più consono.
    
    Non esito: apro la porta e li invito a venire dentro l'androne del palazzo.
    
    Lei non esita a varcare la soglia.
    
    Lui continua a lanciare improperi al conducente ormai lontano e sembra quasi sorpreso di non trovarsi più la ragazza accanto quando si gira. E' lei a chiamarlo, a dirgli di entrare pure lui.
    
    Lui entra ma non sembra affatto convinto che quella sia la soluzione, infatti la prima cosa che fa e chiedere alla ragazza “Perché sei entrata qui'”
    
    “Perché fuori piove”. Era forse possibile un'altra risposta a quella stupida domanda?
    
    “Ho aperto io” dico.
    
    Lui mi guarda quasi con sospetto.
    
    E' giovane, ...
«1234...7»