1. Fidanzate - Lacrime e sexting


    Data: 01/11/2019, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    ... voglio che tu faccia qualcosa. Vedi tu cosa.
    
    Non lo so, mi pare di avere fatto un buco nell’acqua. Non mi pare eccessivamente impressionato. Si limita a guardare fuori dalla finestra con un’aria vagamente perplessa. Mi chiede se ci siano altri che conoscono questa storia e io gli rispondo “ovviamente sì, almeno un paio di persone”. Domanda “chi?” e replico con un risolino nervoso, ma ammetto che un brivido lo avverto.
    
    – Provo a fare qualcosa, sperando che non sia troppo tardi – dice senza smettere di guardare fuori dalla finestra.
    
    – Sarà meglio – ribatto con durezza. In realtà sento che sto per scoppiare a piangere. La fase zen è finita.
    
    – In ogni caso – dice – qualsiasi cosa succeda non fare cazzate. Avvertimi prima di fare qualsiasi cosa.
    
    – Questo lo vedremo. Sappi solo che sopra la testa hai una spada di Damocle più grossa della mia…
    
    – Quel testa di cazzo di Vittorio… gliel’ho detto un sacco di volte di non riprendere le mie ragazze… – dice con lo sguardo e anche il tono di voce assente, tornando a guardare la finestra.
    
    – Primo – gli rispondo allontanandomi – non sono una delle tue ragazze. Secondo, se imbottisci due teste di cazzo di bamba questo è il minimo che può succedere.
    
    Spalanco la porta e me ne vado. Può sembrare un’uscita di scena teatrale ma non lo è. Tanto per cominciare, non riesco quasi più a parlare. E anche volendo, non saprei cosa dire. Saluto la segretaria, corro giù per le scale e mi fermo nell’androne. Mi siedo su uno scalino e ...
    ... finalmente scoppio a piangere.
    
    In ogni caso, mi dico, missione compiuta. Non posso dire di essere al sicuro. Ma qualcosa dovevo fare e l’ho fatta. Puntando il più in alto possibile. Non mi resta che incrociare le dita e cercare di lasciarmi tutto alle spalle. Non è facile. I giorni vanno via uno dopo l’altro e mi sforzo di fare le solite cose. Cioè, per la verità due cose, quelle in cui mi rifugio quando il mood è un po’ così: lo studio e l’attività fisica. Palestra, soprattutto, visto che è arrivata una serie di giornate piovose per cui di andare a correre non se ne parla proprio.
    
    Il senso di colpa nei confronti di Davide continua ad opprimermi. In un racconto tutto scorre via in una manciata di righe, ma chi ci è passato lo sa. Sa cosa significa, giorno dopo giorno, fare i conti con il rimorso che ti assale quando meno te lo aspetti. Aspettare che passi. Ho eletto la doccia della palestra mia personale panic-room. L’ultima in fondo, quella all’angolo. Se non è libera, aspetto. Mi ci infilo, lascio che l’acqua mi scorra addosso per un tempo infinito. E piango, mi sfogo. Non riesco nemmeno a prendere in considerazione l’idea di chiamarlo e chiedergli almeno scusa. Non servirebbe, e forse sono anche troppo orgogliosa per farlo. Orgogliosa e stronza, che bella combinazione.
    
    Mi vedo anche poco con le amiche. Stefania, vabbè, è sempre tenuta prigioniera dal suo fidanzato-polipo, ma se a lei sta bene così contenti tutti. Trilli, tra lo sconcerto generale, non ha ancora ...
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