1. Fidanzate - Lacrime e sexting


    Data: 01/11/2019, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    Forse non posso permettermelo, ma un giorno in stato di shock me lo concederete, no? Non sono mica un cyborg. E, come dice quello, non ho mica un cassonetto al posto del cuore. Tanto per cominciare, per colpa del fatto in sé: presa per una mignotta, scopata come una mignotta, persino pagata come una mignotta. Certo, non una mignotta come Roberta. Ma quella la baby prostituta la fa di mestiere, io ci sono cascata dentro quasi inconsapevolmente.
    
    Ma soprattutto, la fine con Davide. Non se lo meritava, non se lo meritava proprio. Cosa mi aveva fatto per meritarselo, povero ragazzo? Nulla, anzi. Sì, d’accordo, Vittorio e Gabri sono stati due stronzi. Ed è anche dire poco. Sono stati la stronzaggine assoluta, la cattiveria. Ma la ragazza di Davide ero io, sono stata io a farmi scopare da loro. E in quel modo. La colpa è anche mia, è soprattutto mia.
    
    Lo sapevo benissimo che la storia con lui non aveva né capo né coda, che non avrebbe portato da nessuna parte. Lo sapevo che prima o poi gli avrei fatto del male, anche se non immaginavo né come né quanto. Eppure sono andata avanti, per puro egoismo, vanità, avidità. Volevo essere Giulia, la fidanzatina, e volevo essere Annalisa. La… beh, definitemi voi come meglio credete. Volevo tutto. Volevo tutto e non mi è rimasto niente.
    
    Anzi no, qualcosa mi è rimasto. I quattrocento euro cash nella borsa. E quei video mandati su WhatsApp. Ecco, quelli sono un problema. Un problema in più, da risolvere ora. Sempre che sia ancora ...
    ... possibile. Per prima cosa penso di contattare Vittorio, ma è una idea che scarto subito. Sarebbe inutile, è troppo stronzo. E poi magari mi ricatterebbe.
    
    Sarà che quando sono in difficoltà do il meglio di me, che vi posso dire, ma questo mix di delusione, sensi di colpa, rabbia e vergogna che mi avvolge mi spinge a fare la cosa più intelligente da un mese a questa parte. Il primo atto è quello di fare una rapida ricerca su Google e convocare, al volo, Trilli e raccontarle tutto. Chiederete perché proprio lei e non, che so, Serena o Stefania. Una ragione c’è, Trilli fa Giurisprudenza. Proprio nel senso della facoltà, intendo. Non che quando dice una cosa è così e amen. Ho un’idea e gliela espongo, lei è un po’ incerta perché ancora non ha studiato bene quelle robe lì ma mi dice che fa un paio di telefonate. Insomma, si attiva davanti a me. Ai tavolini di un bar dell’università. Non rompe il cazzo, non fa scenate, niente di tutto ciò. Fa quello che deve fare un’amica che ha compreso la situazione. Lei parla, io prendo appunti. Efficienza allo stato puro. Solo quando ha finito mi fa la scenata, che ascolto ad occhi bassi dandole ragione. Però quando ci salutiamo mi dice “certo che tu sei proprio pazza, ma… wow! quasi ti invidio, esperienza saffica a parte…”. “Ma allora ti perdi il meglio…” le sorrido. Ho le lacrime agli occhi, perché quello era il modo tutto suo di perdonarmi.
    
    Prendo il tram e poi mi faccio anche un bel pezzo a piedi, arrivo sotto casa di Roberta, ma non è da lei ...
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