1. Un metro 16 - Sperma e tequila


    Data: 31/10/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    Non c’è bisogno di dire nulla. E’ la scena che parla da sola. Ermanno si è già tolto scarpe e calzini, si è sfilato la giacca. Sta allentando la cravatta senza fretta. Ai suoi piedi, come se fosse a cuccia, Giovanna. Carponi sulla moquette, la testa china e le tette che pendono verso il basso, il culo nudo. Il body blu scuro che ormai le copre le reni e poco altro. Dietro di lei, Pino. Lui non ha ancora avuto modo di spogliarsi, quel poco di tempo che ha avuto da quando è entrato lo ha utilizzato per infilare un dito nei buchi di Giovanna. Il terzo è dietro di me, che mi palpa il sedere e si è accorto che non ho le mutandine.
    
    “No, dico davvero, sta troia sotto non ha nulla”. Mi alza la gonna del tubino e mi mostra agli altri. Vedo gli occhi di Ermanno e Pino dirigersi sul mio sesso, mentre il dito dell’altro scivola lungo tutta la mia fessura. Lentamente, sfiorandola, fino a risalire su per tutto il solco tra le natiche. Leggera e lenta anche la pressione sul buchino. Non sono certa che il brivido che il suo dito mi provoca sia propriamente un brivido di eccitazione.
    
    Inizia ad abbassarmi la zip del vestito, ma Ermanno lo ferma. Gli fa segno di aspettare. Finisce di togliersi la cravatta e dice agli altri che c’è qualcosa di divertente che debbono sapere. “Voi non avete idea del motivo per cui questa zoccoletta è qui”. Pino e quell’altro si guardano, gli fanno la stessa identica smorfia. Come a dire che non c’è bisogno di avere molta fantasia per farsene un’idea. E ...
    ... invece no, risponde Ermanno. E gli racconta la storia della gara tra me e Serena, una gara a chi prende più centimetri di cazzo uno dopo l’altro, fino ad arrivare a un metro. Pino sghignazza rumorosamente, l’altro da dietro aumenta la pressione sulle mie chiappe e dice agli altri: “Che era una puttana si era capito, ma questa non me la sarei mai immaginata…”. Poi mi infila un dito della vagina. Sono umida, è vero, ma nemmeno tanto. E l’intrusione mi dà più che altro fastidio, e il fastidio mi fa squittire. Ermanno se ne accorge e gli fa segno di fermarsi.
    
    – Un attimo, lei non è come sta vacca qui – dice indicando Giovanna ai suoi piedi – ci sono delle regole. La prima regola, ovviamente, è che dobbiamo farci misurare il cazzo… La seconda è che possiamo farle solo quello che vuole lei, vero?
    
    Annuisco, anche se mi rendo conto solo un attimo dopo che la domanda era rivolta a me. L’altro uomo allenta la presa sulle mie natiche e lascia scendere la gonna del mio tubino.
    
    – La terza regola – prosegue Ermanno avvicinandosi a un palmo dal mio viso e guardandomi negli occhi – è che quello che vuoi ce lo devi chiedere. Chiedere, non farcelo capire. Devi dircelo esplicitamente, intesi? Da quel momento in poi saremo liberi di farlo.
    
    Annuisco ancora, senza fiatare.
    
    – La quarta e ultima regola è che quando te lo chiedo devi giocare con Giovanna, anche se lei dice no.
    
    Pino si lascia andare a un “ehiehiehi… spettacolino lesbo, stasera”. Io penso a Giovanna, che solo pochi minuti ...
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