1. Match


    Data: 30/10/2019, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    ... in un posto pubblico, cosa posso temere? Al massimo, mi dico, se mi rompo il cazzo mi alzo e me ne vado. Però poi mi dico anche “vabbè, Annalì, ormai l’hai fatto, cerca di essere almeno un po’ positiva”. Ci presentiamo con una stretta di mano, niente bacetti. Mi fa subito un sacco di domande su cosa faccio a Roma, che è una città che avrebbe sempre voluto vedere e tutta sta serie di cazzate qua. Poi mi chiede se vado spesso su Tinder e io gli confesso che no, insomma, è la prima volta e ero curiosa. All’inizio non ci crede e quando una persona non ci crede, beh io non so che cazzo dire. E’ così, se vuoi credici se no non ci credere. Si convince solo quando gli dico “ma scusa, perché dovrei dirti una bugia?”. Non so bene cosa aspettarmi da lui, nulla probabilmente. E poi sono già proiettata verso l’appuntamento serale con il calciatore. Diciamo che, come prima volta, sto facendo un esperimento.
    
    – E come mai hai deciso di venire su Tinder? – mi domanda.
    
    Ho già elaborato la risposta, che consiste in due parti: a) me ne ha parlato un’amica; b) ero qui con i miei, ma sono partiti stamattina, sono rimasta sola e non sapevo che fare. Spero che sia abbastanza accattivante per lui. Soprattutto l’idea di una ragazzina che appena i suoi tolgono il disturbo si fionda a cercare appuntamenti anche con uomini più grandi di lei. Se non è scemo, credo che sia abbastanza chiaro. E invece, contro ogni mia previsione, si lascia andare a un “uhmmm…” abbastanza perplesso. Mi chiede “lo sai ...
    ... perché ti ho contattata?” e io mi stringo nelle spalle.
    
    – Come ti ho detto, io sono un pittore – mi fa – ti ho cercata perché la foto che hai messo mi piace molto… perché hai scelto quella?
    
    – Non so… mi piace – rispondo un po’ confusa. Qualcosa mi dice che la coincidenza delle nostre intenzioni non è così perfetta come immaginavo.
    
    – Volevo proporti una cosa, ma non pensavo che tu fossi… tanto per cominciare sembri molto più giovane… e poi anche così… così…
    
    Non riesce a trovare la parola. O forse la trova ma non me la vuole dire per non offendermi. Deve essere qualcosa tipo, penso, “ragazzina” o “ingenua”. Eppure, mi dice ancora, “è un peccato, perché quando ti ho vista mi sono detto: è lei, è perfetta”. E poi aggiunge: “Anche la tua figura sarebbe perfetta”.
    
    – Perfetta per cosa, scusa? Non capisco nulla… – domando.
    
    – Per un ritratto – risponde – vorrei usare quella foto per un ritratto. Ma in realtà ora che ti ho vista andresti bene a figura intera… Il fatto è che non è un tipo di ritratto per il quale tu accetteresti di posare, credo…
    
    – Un nudo? – chiedo sempre più nel pallone. Cioè, potevo pensare centomila cose, ma non questa, lo ammetterete anche voi.
    
    Mi risponde, con qualche esitazione, che sì, è un nudo, ma un nudo un po’ particolare. Gli chiedo cosa ci sia di tanto particolare e lui mi propone, poiché abita esattamente dall’altra parte della strada, di andare a casa sua e dare un’occhiata.
    
    Ora, se mi avesse detto “abito qui di fronte, andiamo ...
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