1. Il cuoco – Capitolo 1: “Marco va a prendere sua sorella”


    Data: 26/10/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: William_Kasanova, Fonte: RaccontiMilu

    Non aveva fatto in tempo a girare la chiave nel quadro dell’auto che il telefono mandò uno squillo fastidioso: Marco si lasciò sfuggire un gemito di rabbia, sicuro che si sarebbe trattato di una qualche seccatura. Dopo un pesante turno al ristorante non aveva proprio diritto ad un po’ di tranquillità?
    
    Lasciando la macchina in folle e accendendo il riscaldamento per sbrinare il parabrezza, su cui splendevano confusi i lampioni che illuminavano il parcheggio del centro commerciale che si stava svuotando, afferrò il telefono e lo sbloccò. – Certo, Chiara. – sbottò, leggendo il nome della sorella nell’anteprima del messaggio. – Chi altri, sennò? Cosa vuole questa volta?
    
    Si aspettava che non avesse preparato la cena perché era rimasta in giro fino a tardi e adesso pretendeva che lui comprasse qualcosa al supermercato, che ormai era comunque chiuso. Invece, il messaggio sosteneva che non era nemmeno arrivata a casa, ma si trovava in un bar. Sosteneva che era stata sorpresa dallo sciopero dei mezzi pubblici, ed era troppo buio per tornare a casa a piedi, da sola.
    
    Marco sospirò. – Eh, sarebbe anche ora che ti prendessi anche tu la patente ed una macchina, ormai sei maggiorenne. – mormorò. Nonostante ciò, digitò che sarebbe arrivato a momenti. Magari senza affrettarsi troppo, ma sarebbe andato a prenderla.
    
    Alzò un po’ il riscaldamento, con il flusso di aria che convergeva direttamente sul vetro, iniziando a sciogliere la brina che si era formata. Qualche minuto dopo, ...
    ... una volta che la vista non era più impedita dal ghiaccio, fece manovra e uscì dal parcheggio, immettendosi nello scarso traffico della sera. Qualche faro veniva in senso contrario, ma la maggior parte delle auto si muoveva verso Feltre, la sua stessa destinazione, cioè casa; prima, però, doveva attraversare tutto l’abitato per raggiungere il bar “lo sfiatatoio”.
    
    “Lo sfiatatoio” pensò Marco, mentre si infilava tra le vie della cittadina, “una delle bettole peggiori che abbia mai visto.” E poi, che razza di nome aveva?
    
    Ci era entrato anni prima, quando ancora andava a scuola e un giorno, con un paio di compagni, aveva bigiato e si erano portati in una zona di Feltre in cui non abitavano, sperando di non essere scoperti e riconosciuti. Il locale, che molti loro compagni si vantavano di frequentare nemmeno fosse stato un bordello d’alto bordo, era uno che voleva apparire come uno di quelli che si vedono nei film americani, dove si ritrovano le bande di biker anarchici, con la barba quasi più lunga della loro fedina penale e le loro dichiarazioni di odio verso il resto dell’umanità scritte su giacche di pelle unte. In realtà, quando vi era entrato lui, non aveva trovato che un barista con una smodata passione per la pesca e qualche vecchio che cercava da ore il senso della vita sul fondo dell’ennesimo bicchiere di liquore.
    
    Mentre scendeva dall’auto, accanto alla bettola, era facile notare che di moto non ce n’erano nemmeno in quel momento: solo un paio di macchine che, a ...
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