1. Il Regno Oscuro – Capitolo 7


    Data: 26/10/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sesso di Gruppo Autore: Menestrello00, Fonte: RaccontiMilu

    ... Mikela era stata liberata. Non voleva avere problemi con lui, sapeva che era un soggetto pericoloso e non voleva deludere l’Imperatore.
    
    Le guardie aprirono la pesante porta di ferro sulla cella, piccola e buia. L’unico arredamento era un piccolo cumulo di paglia, una specie di giaciglio. In un angolo c’era Mikael, smunto e silenzioso.
    
    – Hai fame prigioniero? – domandò Mikela entrando nella cella con un piatto di ferro pieno sbobba maleodorante. Alle sue spalle vi erano due guardie, pronte ad intervenire, ma ormai lo stregone era innoquo. Nel suo cibo veniva sistematicamente mischiata una pozione capace di inibire temporaneamente i poteri magici di chi la ingerisse. Ironia della sorte, la formula di quella pozione era stata inventata proprio dallo stregone di corte.
    
    – Ho sete – disse Mikael osservando il piatto che gli era stato messo davanti – Per favore.
    
    Mikela non aspettava altro. Si fece passare una grossa coppa dalle guardie, e la mise a terra. Quindi piegò le ginocchia, accovacciandosi sulla coppa. Tirò su il tubino, sopra le anche, lasciando nudo il suo sesso. Si leccò due dita della mano destra e se le infilò tra le cosce. Prima l’indice, poi il medio. La sua vagina era già bagnata. Se la stuzzicava sempre più velocemente. Poi infilò anche il terzo dito. Mikael la guardava senza muoversi, rimanendo seduto a terra, davanti al suo piatto di ferro. Con le tre dita continuò ad entrare e uscire sempre più velocemente dalla sua figa. Si morse un labbro mentre ...
    ... iniziò a gemere. Un gemito prima sommesso, poi sempre più alto e acuto. Stette diverso tempo a stimolarsi così. Alla fine tolse di colpo le dita e dalla sua figa uscì un copioso schizzo di umori che centrò in piedo la coppa. Subito dopo ci fu un secondo schizzo, meno violento ma altrettanto copioso. Gli umori di Mikela riempirono per metà la coppa, mentre iniziarono a tremarle le cosce. Per non perdere l’equilibrio dovette portare la mano destra all’indietro, a terra. Continuò a gemere per alcuni secondi, socchiudendo gli occhi. Finalmente i tremoti la abbandonarono e Mikela si rialzò, aggiustandosi il tubino lungo le anche.
    
    – Bevi pure – gli disse sorridendo crudele.
    
    Lo stregone afferrò la coppa, guardandone il contenuto. Sembrava quasi acqua, ma risultava vagamente più torbida e vischiosa. Non voleva umiliarsi fino a quel punto, ma la sete lo assediava e la sua gola era arsa. Appoggiò la coppa alle labbra e ne prese un sorso. Non fu dissetante. Il sapore era strano e gli rimase un brutto retrogusto in bocca. Eppure si sentì un po’ ristorato. Mikela aveva un’aria molto soddisfatta mentre lo guardava bere. Forse era più disperato di come temeva.
    
    Cavalcavano da giorni ormai. Avevano deciso di non battere strade troppo note, ma di avventurarsi sui sentieri che si avventuravano tra i boschi, lontano da paesi, villaggi e città. Clotilde si reggeva alla vita di Annette, e così era stato per tutto il viaggio. Le notti si erano accampate in luoghi isolati, sperando di non fare ...
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