1. Il Regno Oscuro – Capitolo 7


    Data: 26/10/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sesso di Gruppo Autore: Menestrello00, Fonte: RaccontiMilu

    Mikela indossava un tubino di pelle nera che la copriva dai capezzoli al sedere. Ai piedi portava dei sandali i cui lacci le si attorcigliavano attorno alla caviglia. I suoi capelli erano legati alti e il suo sguardo era compiaciuto. Osservava la grande cella e le sue ospiti. Da pochi giorni era stata liberata dalla schiavitù e le era stata affidata la gestione delle prigioni. Aveva apportato delle modifiche allo stile di vita delle schiave, dettate dalla sua lunga esperienza. Come una crudele aguzzina aveva sapientemente valutato e scelto come poter rendere ancora peggiore la schiavitù. Aveva messo in atto tutto ciò contro le schiave con cui fino a pochi giorni prima condivideva lo stesso fato. In primo luogo, aveva deciso che non doveva essere concesso loro di parlare. Aveva così imbavagliato le schiave con degli anelli di ferro, incastrati tra i denti, che impedivano loro di chiudere la bocca, costringendola a rimanere del tutto aperta. Ma il suo esperimento maggiore era stato la grande cella. Invece di tenere incatenate le schiave ognuna nella propria cella, ne aveva incatenate dieci in un’unica grande cella. Le schiave avevano i polsi bloccati a dei ceppi alti sopra la propria testa, con la schiena al muro. In più le loro caviglie erano incatenate alla stessa altezza dei polsi, ma molto più larghe, lasciando in questo modo le cosce spalancate, con il sesso e il bacino puntato in avanti verso l’alto, alla portata dello sguardo di chiunque passasse di lì. Erano bloccate ...
    ... in quella posizione da giorni, con l’anello a bloccare le loro bocche. Con quell’anello riusciva impossibile alle ragazze di ingoiare la saliva, che si riversava sui menti, colando sui loro petti, tra i loro seni nudi.
    
    Mikela le guardava divertita, sorridendo di come aveva costretto quelle ragazze. Si sentiva sadica e bastarda. Passava ore a guardarle, deridendole, da dietro le sbarre della grande cella. Improvvisamente una delle schiave iniziò ad agitarsi. Iniziò a scuotere il sedere, unica parte del proprio corpo non bloccata. Emetteva suoni, cercando forse di parlare. Alla fine si arrese evidentemente, e uno zampillo di urina iniziò a fuoriuscire tra le sue cosce. Vista la posizione del bacino costretta in avanti, lo zampillo tracciò un arco in aria per diversi secondi. Una pozza di urina iniziò a crearsi a terra.
    
    – Guardate – Mikela richiamò l’attenzione delle guardie – La fontanella!
    
    Lei e le guardie iniziarono a ridere sguaiatamente dell’umiliazione della schiava, costretta ad urinare in quella posizione, davanti agli occhi di tutti, incatenata al muro con la figa in bella mostra e la saliva a colarle dalle labbra, sul mento, fino al petto.
    
    Quando lo spettacolino fu finito si avviò verso il livello inferiore delle prigioni, dove vi erano i veri galeotti. Era l’ora dell’unico pasto giornaliero che era concesso ai prigionieri. Lei ci teneva ad essere presente quando il pasto veniva somministrato a Mikael, lo stregone di corte che era stato imprigionato quando ...
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