1. Matilde 03-23 - il garage 1


    Data: 24/09/2017, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Alex46, Fonte: Annunci69

    ... venute nelle foto.
    
    Tutti e tre ci disponiamo dietro al minuscolo display della digitale, Michele ci fa passare una per una le immagini. Debra mi accarezza un ginocchio, io mi accosto il più possibile a lei. Siamo nude, alte sui tacchi, ci sentiamo più fighe che mai. Il risultato fotografico è davvero eccellente, e il risultato erotico non può che essere quello di aumentare la nostra voglia, quasi palpabile a questo punto. E Michele continua a far finta di niente, tronfio dei nostri complimenti.
    
    - Guarda, Michele, che qui serpeggia la rivolta... – azzardo.
    
    - Che rivolta?
    
    - Se non ci fai fare qualcosa di attivo, non so se possiamo continuare... – precisa Debra – magari sul più bello ti mandiamo a quel paese, te e le foto, e io e Matilde ci sbattiamo con quei cosi lì sul tavolino. Ma cosa hai oggi tra le gambe, un gatto morto? Possibile che non ti si sia rizzato neppure un po’ a vedere quelle foto?
    
    Ormai lo sta provocando apertamente.
    
    - Adesso voi farete quello che dico io, e basta. Tu, Debra, appoggiati al cofano e metti il ginocchio sinistro anche lui sopra. E tu, Matilde, accucciati davanti, a gambe spalancate. Con la sinistra devi appoggiarti alla sua natica, con la destra devi sfiorarti appena... ho detto appena, non così. Così ti stai masturbando, non voglio che lo fai ora.
    
    - No, non mi stavo masturbando... mi davo solo un po’ di sollievo...
    
    - Sì, sì, lo so che sollievo ti stavi dando – interviene Debra, senza neanche voltarsi.
    
    Alla fine, anche ...
    ... a Michele sta bene come mi sfioro con le dita. In realtà è davvero solo un accenno.
    
    - Ora alza la testa e accenna a leccarle la figa, ce l’hai lì proprio sopra di te... – mi comanda Michele – ma senza troppa foga, mi raccomando. Le devi far venire ancora più voglia, se può, e basta.
    
    Io eseguo, nel farlo mi accorgo che le tette mi vanno avanti verso l’obiettivo. Ne sono orgogliosa. Mi sento fiera di essere così esposta, la mano con il dito non vuole coprire la figa, perché si trattiene a stento. La porzione di carne tra la figa e l’invisibile buchino del mio culetto è tesa all’eccesso, a causa dello scosciamento cui mi sottopongo. I muscoli dei polpacci, schiacciati dalle cosce, sono in bel rilievo, i capelli mi ricadono dietro la schiena mentre sto per svenire dall’eccitazione di avere finalmente la figa di Debra alla portata di labbra e di lingua.
    
    Debra si lascia sfuggire un sospiro di eccitazione. Di sicuro con tutta se stessa è concentrata lì, su quella figa esposta che sto per leccarle.
    
    - Dai, Matilde, fallo, ti prego!
    
    - Sì, ora, fallo – concede Michele.
    
    E a quest’ordine Debra non si tiene più, di sua iniziativa si alza la natica sinistra, scoprendo ancora di più la figa e quindi le sue parti più interne e rosate, la sua richiesta è muta ma non ammette disobbedienza. Devo leccare.
    
    Anch’io le prendo le natiche, con le due mani, costringendomi quindi ad alzare le braccia, scoprire del tutto la mia, di figa, ma abbandonarla, anche, per leccare avidamente ...
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