1. Il bello addormentato nel bosco - 1


    Data: 08/10/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... bambino, chi della bellezza, chi del coraggio, chi della fortuna in amore ecc. ecc. Stava per avvicinarsi a porgere il suo dono l’ultima delle fate, quando, portata da una folata gelida di vento, si presentò la strega della montagna, che nessuno si era ricordato di invitare.
    
    Vestita di nero, si avvicinò alla coppia reale seduta in trovo con un sorriso feroce sulle labbra.
    
    “Vi sono molto grata dell’invito, le Vostre Maestà.”, fece con ironia.
    
    Tutti i presenti erano raggelati dal terrore: la strega della montagna era nota per la sua feroce crudeltà.
    
    “S…siate la benvenuta…”, balbettò la regina.
    
    “Grazie, ci tenevo a dare anch’io il mio regalo a questo bel bambino.”, disse con voce mielata, facendosi vicina alla balia, che teneva il principino fra le braccia e non riusciva quasi a respirare per la paura.
    
    La strega fissò il bambino con gli occhi bruciati dalla furia, poi gli puntò contro un dito adunco e scandì nel silenzio generale:
    
    “Hai ricevuto i doni preziosi dalle mie sorelle fate, ma il mio lo è ancora di più, perché il giorno che compirai diciotto anni, sarai punto da un’arma e morirai.”
    
    Detto questo, si voltò e uscì sghignazzando follemente. La sua uscita fu accolta da un sospiro generale. La regina, pallida in volto, si voltò speranzosa all’’ultima fata, ma questa:
    
    “E’ una maledizione di morte, vostra maestà, e non è in mio potere annullarla; - disse - ma posso in qualche modo attenuarla. – e voltasi al bambino – Il giorno dei tuoi diciotto anni ...
    ... – proseguì - sarà fatale per te, ma non morirai: quando l’arma ti pungerà, cadrai addormentato, finché un bacio d’amore non ti risveglierà.”
    
    Nutrito dal ricco latte della sua balia, il principe Carlino crebbe bello e forte, tanto che ben presto l’angoscia della maledizione si attenuò e solo ogni tanto si presentava alla memoria dei sudditi e di quanti lo amavano.
    
    Il principe si dimostrava anche molto precoce in tante cose: per esempio, già verso i dieci infatti cominciò a correre dietro alle servette, come gli istitutori lo incoraggiavano a fare.
    
    Un giorno, però, che era ormai sui tredici anni, per evitare una lezione di grammatica, andò a nascondersi nelle stalle; appena entrato, sentì dei rumori provenire dal soppalco del fienile: salì incuriosito la scala a pioli e appena gli occhi sporsero dalla botola, vide uno degli stallieri, un giovane sui diciotto anni, disteso su un mucchio di fieno, con i pantaloni calati fino alle caviglie, mentre un servetto gli impugnava l’uccello con tutte e due mani e faceva su e giù. Il principe Carlino non aveva mai visto un cazzo adulto, eretto, per giunta, e quell’affare turgido con la cappella paonazza, che appariva e scompariva sotto la pelle spessa del prepuzio, lo ipnotizzò. Era tanto più grosso del suo! Ma ad affascinarlo era anche l’espressione beata che lo stalliere aveva dipinta sulla faccia e i lievi sospiri che gli sfuggivano dalle labbra socchiuse.
    
    “Così, bravo… - mormorava – continua così, fammi sborrare…”
    
    E il ...
«1234...7»