1. Borderline


    Data: 23/09/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sesso di Gruppo Autore: Ambra09, Fonte: RaccontiMilu

    ... libri stretti a più riprese in una liscia corda lucida.
    
    Mi avvicinai impettito, pronto a darle all’importunatore se necessario, ma la vidi alzarsi e venirmi incontro sorridente.
    
    ‘Ciao Dario!’ mi si strinse al petto.
    
    ‘Tutto bene Ameliè?’
    
    ‘Oh si’ rispose candida ‘non voleva derubarmi o farmi del male! Voleva solo scoparmi!’
    
    ‘Ah’!’
    
    ‘E io gli ho detto, Dario’ che mi lascio scopare da lui solo se mi lega con quella robusta corda!’ e indicò il lungo cordone lucido che avvolgeva il malloppo di libri.
    
    ‘Allora tutto a posto? Posso andare Ameliè?’
    
    ‘Noooo! Devi restare!!!’ disse, arricciando la bocca come una bambina.
    
    ‘No? E perché? Io in tutto questo cosa centro?’ chiesi.
    
    ‘Ma tu devi badare a me, no? Potrebbe farmi del male, che ne so???’
    
    ‘Ameliè, di solito non seguo le mie amiche per badarle nelle loro scopate occasionali”
    
    ‘Eddai Dario, che ti costa? Non dirmi che non ti eccita una trasgressione del genere perché non ci credo!’ prese la mia mano e se la portò sul petto, nel solco tra quelle belle tettine dure che aveva. Negli occhi aveva la stessa luce folle del giorno in cui la scopai con la sedia e un sorriso assurdo ma vagamente conturbante. Iniziai a chiedermi se mi trovassi di fronte ad una ninfomane ma non mi sembrava propriamente tale.
    
    Solo un bel po’ fuori ma non ninfomane. Mi dicevo che in un certo qual senso doveva essere malata di sesso, perversa, deviata. Qualcosa in lei chiaramente non andava ma era difficile capire ...
    ... cosa.
    
    Inutile dire che accettai… ma si, ero già lì, e mi buttai in ballo con loro, titubante ma incuriosito.
    
    Il nero, Alan, ci portò in un condominio poco lontano, 5 minuti a piedi in una stradina parallela. Pregavo per la mia porsche parcheggiata vicino al bar che rimanesse intatta’ che magari, vista la zona, neanche la mettevano in moto per fregarmela. Direttamente me la trascinavano via caricandola di peso.
    
    L’appartamento si trovava in un vecchio condominio degli anni 60. Le pareti interne erano ingiallite quanto quelle esterne e non c’era ascensore. Fortunatamente facemmo poche rampe di scale per ritrovarci dinanzi ad una porta più di cartone che di altro. Dal suo interno veniva puzza di chiuso e umidità ma Ameliè sembrava non provarne fastidio o forse era troppo distratta dalla mano del nero che la ravanava dentro al pantaloncino di jeans già da un paio di minuti.
    
    Arrivati dentro ci dirigemmo direttamente verso una camera da letto spoglia. Unico odore di pulito proveniva da un paio di lenzuola appena messe sul materasso e nonostante ciò ingiallite e vagamente macchiate. Iniziò a togliersi tutti i vestiti, prima la leggera camicetta di velo fiorata, poi il pantaloncino. Tolse gli slip e il reggiseno bianchi candidi e attese che il ragazzo slegasse il suo malloppo di libri.
    
    Mi fissava quasi allucinata dalla voglia, traspirava da lei un senso di dominio e al contempo di concessione di se stessa. Una dea che si concedeva in adorazione.
    
    Schifato dall’ambiente, decisi di ...
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