1. LAURETTA cap. 4 Il trauma della perdita della vergini tà


    Data: 29/11/2017, Categorie: Lesbo Autore: karinalisa, Fonte: RaccontiMilu

    ... uno di esso affondò poi un altro, li mossi come un secondo fallo non incontrando resistenza alcuna come se quel pertugio fosse perennemente aperto.
    
    Volevo godere anch’io, dovevo godere, il bulbo che sollecitava il mio ano ad ogni movimento dell’osceno aggeggio non era sufficente a provocare il mio orgasmo, avrei dovuto . . .
    
    “Oh Lisa Lisa, fallo vibrare, accendilo. . .” So che lo diceva per me più che per lei ma resistetti: “Un cazzo vero non vibra!” replicai, ma la strinsi, la baciai perdutamente agitandomi in modo convulso.
    
    E Lauretta venne, non gridò, venne soffiando, soffiando e gemendo nella mia bocca. Se invece dello strapon avessi avuto un cazzo di carne avrei percepito gli spasimi della sua vagina invece li sentii attorno alle dita che scorrevano nel suo culetto. Rimase a lungo sopra di me come inerte; quando si fu chetata l’aiutai a sfilarsi dallo strapon e a mettersi di fianco.
    
    Non avevo goduto, dovevo godere altrimenti sarei stata male per tutto il giorno. Mi alzai, lo specchio dell’armadio rimandava l’immagine di una donna stravolta che non ero io, Lo strapon nero che si innalzava dal mio corpo aumentava l’oscenità della scena. Vi portai la mano premendolo contro il mio ventre, adesso lo sentivo anche contro il clitoride, lo mossi, ma non bastava!
    
    La mia mano scese a toccare il bulbo piantato nel mio culo, trovai il pulsante che lo faceva vibrare, lo premetti al primo, poi al secondo scatto. Non udii il ronzio ma l’effetto che produsse mi fece ...
    ... inarcare esibendo allo specchio l’osceno fallo come farebbe un uomo infoiato che si masturba davanti ad una donna nuda, lo presi in mano, lo agitai di qua e di la, lo feci oscillare poi lo premetti. . .
    
    “ Si. . . si. . . si . . .” Non riuscivo a dire altro, sentivo arrivare l’orgasmo ma era troppo presto, troppo presto per compensarmi della voglia accumulata, spensi l’aggeggio, lo mossi, lo premetti. . .
    
    Lo specchio mostrava oltre la mia immagine nei suoi lubrici movimenti, Lauretta seduta sul letto, i piedi contro il culetto,le ginocchia divaricate che si masturbava lentamente, le dita di una mano ad aprirsi la fichetta, le dita dell’altra a trastullare con movimenti circolari quello che doveva essere il suo clito, tutta la fichetta era come offuscata dalla lieve schiuma provocata dalla candeletta che si era sciolta appena l’aveva infilata.
    
    “Lisa Lisa Lisa . . .” Diceva la goditrice guardandomi nel mio agitarmi, nel mio esibirmi allo specchio. Stavo salendo adagio tutti i gradini del godimento ma vedendo la ragazza in quell’atteggiamento per me terribilmente provocante, premetti nuovamente i due scatti. Fu una cosa irresistibile, il godimento superò rapidamente i gradini che lo separavano dall’orgasmo e venni soffiando, lo sguardo acceso, i seni al vento, il ventre proteso, le mani a spingere sulle mie reni per inarcarmi, per offrirmi.
    
    Fu un orgasmo insolitamente lungo ed intenso che mi stravolse facendomi vacillare, dovetti appoggiarmi allo specchio dell’armadio ...