1. LAURETTA cap. 4 Il trauma della perdita della vergini tà


    Data: 29/11/2017, Categorie: Lesbo Autore: karinalisa, Fonte: RaccontiMilu

    ... perchè sovente in sua presenza le prende una sorta di tremore che fatica a dissimulare.
    
    Si, facciamo ancora all’amore, ma sovente mi rimprovera di non essere stata io a sverginarla con lo strapon nero quel giorno. Per farmi perdonare le ho regalato delle palline simili alle mie (sono andata a Torino a comperarle), le tiene sovente dentro la fichetta e a volte le indossa anche a scuola.
    
    Passava il tempo, Lauretta mi mancava, anche se di tanto in tanto veniva a trovarmi non era più la stessa, la perdita della verginità da lei desiderata era stato un evento traumatico a causa della sua giovane età e di quella del suo partner occasionale (più grande di lei di appena un paio di anni), il quale non aveva tenuto conto del particolare stato fisico della sua vagina non ancora pronta a ricevere il pene di un uomo.
    
    Questa a mio avviso è la ragione per la quale non è sempre un male che le ragazze siano iniziate al piacere da uomini maturi, esperti e quindi capaci di portarle a poco a poco a scoprire le gioie dell’amore fisico, queste sovente hanno in seguito una vita sessuale più piena e consapevole; è stato il mio caso e penso sia stato anche il caso di molte donne ora felicemente sposate.
    
    Lauretta invece del piacere che aveva il diritto di aspettarsi aveva ricevuto dolore e paura. Anche se le lacerazioni della sua giovane vagina grazie alle cure della mia ginecologa erano guarite, nondimeno il suo timore rimaneva grande.
    
    La neve era caduta abbondantemente e le strade ...
    ... del mio paesino, a parte la provinciale e poche altre, erano ridotte a camminamenti di un paio di metri di larghezza. Davanti casa mia, della gente che passava vedevo soltanto dalla vita in su salvo in corrispondenza del mio cancello completamente libero da neve, dove i passanti li vedevo per intero.
    
    Per alcuni giorni vidi Lauretta passare accompagnata da un ragazzo, immaginai fosse il suo innamorato e malgrado mi pungesse la gelosia per quella che era stata la mia amante e in qualche modo lo era ancora, ne fui contenta.
    
    Poi da un paio di giorni a questa parte ritornò a passare sola gettando ogni volta uno sguardo fugace verso la finestra del pianterreno dove di solito l’aspettavo. Quando si fermò guardando nella mia direzione, premetti il pulsante di apertura del cancello ed ella entrò con passo sicuro, spinse la porta di casa che avevo aperto e tenuta accostata per lei, e fu davanti a me.
    
    Sotto il cappotto indossava un maglioncino che segnava appena la forma delle sue tettine e un paio di jeans che entravano dentro degli stivaletti, non fosse stato per il visino angelico e i capelli biondi ricadenti sulle spalle, avrebbe potuto sembrare un ragazzo.
    
    Mi venne un tuffo al cuore; com’era giovane! La desideravo come non mai, temevo di perderla e avrei fatto non so cosa perché rimanesse mia, anche . . . Non disse nulla, non ve n’era bisogno, presi in silenzio il suo cappotto, si sedette per togliersi gli stivaletti poi i calzini, sollevò alte le braccia quando le sfilai ...
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