1. Detestabile viltà


    Data: 24/09/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... perché volevo osservarla, cosicché inclinandomi tra le sue cosce inspirai l’intenso e penetrante aroma della sua fica arrossata, mentre la mia lingua perlustrò la sua piccola erezione che cominciai a succhiare. L’orgasmo repentino la scosse in ondate improvvise, nel momento in cui gemendo con la bocca piena cominciò a inghiottire gli spruzzi del mio denso piacere accumulato contemporaneo al suo. Sollevandomi le divorai un seno, mentre la sua mano discese in cerca del mio desiderio insaziato da guidare all’interno del suo corpo. Penetrandola mugolai di piacere e di dolore, smarrito nella completa e suprema cognizione del mio peccato carnale, mentre i fiotti degl’inarrestabili orgasmi che stava vivendo e gridando m’inondavano il torace e la faccia, incitandomi a proseguire oltre ogni limite da me conosciuto.
    
    L’indomani, quando riaprii gli occhi, percepii che era andata via senza svegliarmi, però sul comodino, in ricordo della sua presenza, restava soltanto un piccolo foglietto spiegazzato, accanto al denaro che non aveva giustappunto voluto prendere:
    
    ‘Chiamami quando vorrai, se ti farà ...
    ... piacere’ – lessi, aprendolo. Il suo numero di cellulare era stato scritto con la matita per gli occhi in una grafia tondeggiante e sbavata.
    
    Sospirando, in quel frangente leggermente incredulo m’accesi una sigaretta, assaporando nell’odore del fumo mattutino il delicato aroma che la sua pelle felpata aveva lasciato in retrogusto sulla mia lingua, perdendomi senza tempo nell’osservazione delle numerose e auspicate occasioni che salivano autonome e ingrate verso il soffitto che scrutavo all’interno di quel minuscolo alloggio.
    
    Invidiando la loro leggerezza e gongolando nel profondo, iniziai a arrovellarmi, a estenuarmi per la mia bassezza, per la mia persistente codardia, per tutti i sensi di colpa che si stavano risvegliando, per il suo sorriso che non riuscivo né volevo in nessun caso dimenticare.
    
    Riflettei a lungo ragionando senza meta, senza senso, senz’ideale né scopo né proposito alla mia unica stella di Natale, all’unica, impareggiabile e meravigliosa che avevo avuto tra le mani, riguardai il biglietto, poi acciuffai l’accendino e lo bruciai nel posacenere.
    
    {Idraulico anno 1999} 
«1234»